“Papà, ho ucciso 10 ebrei con le mie mani”: la telefonata del terrorista di Hamas ai genitori
C’è anche l’audio di una telefonata tra un terrorista di Hamas e il padre tra il materiale rilasciato dalle autorità israeliane a testimonianza della mattanza compiuta il 7 ottobre. L’audio, diffuso sui social dal ministero della Difesa israeliano con i sottotitoli in inglese, è stato fatto ascoltare dal ministro degli Esteri di Tel Aviv, Eli Cohen, al Consiglio di sicurezza Onu di ieri sera e aggiunge nuovo orrore all’orrore al filmato rilasciato in precedenza da Israele e costruito con immagini in molti casi riprese dagli stessi assassini. “Papà, ho ucciso 10 ebrei con le mie mani”, afferma a un certo punto il terrorista. “Uccidi, uccidi, uccidi! Uccidili!”, risponde il padre.
La telefonata del terrorista di Hamas al padre
Il dialogo dura circa 45 secondi ed è un concentrato di mostruosità, tra vanterie dell’assassino e incoraggiamenti dei familiari. La chiamata, secondo quanto emerge dalla conversazione, è stata fatta dal kibbutz di Mefalsim nel sud di Israele, nei pressi del confine con la Striscia di Gaza, con il cellulare di una delle vittime.
“Ho ucciso 10 ebrei con le mie mani”
“Papà, torna su WhatsApp. Voglio trasmettere in streaming in diretta da Mefalsim”, dice il terrorista, di cui il padre fa il nome: “Mahmoud”. “Vorrei essere lì con te”, dice il genitore. “Mamma, tuo figlio è un eroe”, si vanta l’assassino, mentre il padre lo incoraggia: “Uccidi, uccidi, uccidi! Uccidili! Mahmoud, dove sei?”. “Sono a Mefalsim. Ho ucciso 10 ebrei con le mie mani. Ti sto parlando dal telefono di un ebreo”, è la risposta. “Ne hai uccisi 10?”, chiede il padre. “Dieci, giuro”, assicura il figlio, che poi corregge il genitore che gli chiede se si trovi a Zikim, una località a meno di 20 chilometri in linea d’aria da Mefalsim, anch’essa poco distante dal confine con la Striscia. “Sono a Mefalsim, non Zikim. Sono il primo a entrare con la protezione e l’aiuto di Allah”, risponde il terrorista.
I 43 minuti di filmato che riassumono una giornata di orrore non divulgabile
Sugli orrori compiuti dai miliziani, Israele ha anche diffuso un video che dura poco più di un minuto nel quale sono riprese alcune delle atrocità del 7 ottobre. Si tratta di un compendio – ritenuto sostenibile per la divulgazione – di una raccolta di filmati che complessivamente dura 43 minuti e che è stata assemblata, dal giorno dell’attacco, mettendo insieme le immagini riprese dalle body cam degli stessi terroristi, dalle telecamere di sorveglianza dei kibbutz, da quelle montate sulle auto e dai video girati dai primi soccorritori. Il video integrale, dal quale comunque erano già state espunte le scene più atroci, è stato mostrato ai giornalisti all’interno di una base militare israeliana a nord di Tel Aviv, ma le autorità hanno scelto di non renderlo pubblico integralmente per l’insostenibile brutalità di ciò che si vede e per tutelare i familiari delle vittime, che spesso non sono al corrente delle modalità della morte dei propri cari. Per questo ai giornalisti è stato chiesto di lasciare fuori i cellulari e di omettere, nei resoconti, i nomi dei kibbutz.
Il racconto dei giornalisti che hanno visto il video
Il racconto reso dai cronisti che hanno avuto la possibilità di visionare il video è terrificante. L’inviato del Corriere della Sera a Tel Aviv, Davide Frattini, ha raccontato, in un articolo carico di angoscia, delle urla dei bambini che avevano appena visto uccidere il padre, delle violenze contro i ragazzi del rave di Re’im e delle decapitazioni nette dei soldati che hanno cercato di difenderli, dell’assassinio di un lavoratore straniero dei campi, forse thailandese, colpito dai proiettili, preso a calci e poi decapitato con una zappa. Scene che spiegano completamente una frase pronunciata da Joe Biden durante la sua visita in Israele, quando il premier Benjamin Netanyahu gli mostrò le prime foto dei morti nei kibbutz: “Hamas – ha detto il presidente Usa – è forse peggio dell’Isis”.
The voice of evil.
A Hamas terrorist murders TEN JEWS and calls home to brag about it. He made the call using a phone belonging to one of those he killed.
Listen to the pride in his voice. Hear how proud his parents are.#HamasworsethanISIS #HamasMassacre pic.twitter.com/lvoiHAhGEu
— COGAT (@cogatonline) October 24, 2023