Allarme dagli Usa: i russi testano Burevestnik, il missile nucleare a raggio illimitato. Ma Mosca nega
«Il New York Times deve studiare meglio le immagini satellitari prima di denunciare i presunti piani della Russia per un test del missile da crociera con motore nucleare Burevestnik»: lo ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, smentendo il quotidiano Usa. «Non si sa dove abbiano preso questa informazione i giornalisti del New York Times – ha affermato – Sembra che debbano studiarsi meglio le immagini satellitari».
Il giornale americano ha lanciato l’allarme citando immagini satellitari e dati aeronautici. Informazioni che inducono a temere che la Russia possa prepararsi a testare un missile da crociera sperimentale a propulsione nucleare – o potrebbe averne testato di recente uno – con una portata teorica di migliaia di miglia.
Questa la tesi degli autori dell’articolo, nel quale si sostiene che «i movimenti di aerei e veicoli all’interno e nelle vicinanze di una base nella remota regione artica russa sono coerenti con i preparativi effettuati per i test del missile, noto come Burevestnik o SSC-X-9 Skyfall, nel 2017 e nel 2018, secondo un rapporto dell’intelligence Usa. Nelle ultime due settimane nella zona sono stati rilevati anche aerei di sorveglianza statunitensi e gli allarmi aerei hanno avvertito i piloti di evitare lo spazio aereo vicino».
Burevestnik è in grado di distruggere una città
L’organizzazione no-profit Nuclear Threat Initiative, che si occupa del monitoraggio degli armamenti nucleari, spiega che il Burevesnik è un missile da controffensiva, da utilizzare come risposta a un’ondata di attacchi nucleari contro la Russia.
il missile da crociera a propulsione nucleare in grado di volare per molti giorni, forse perfino per settimane o mesi, prima di schiantarsi sull’obbiettivo con una testata termonucleare. Si tratta di un missile imprevedibile a raggio illimitato.
Scriveva Analisi Difesa, in un articolo del 2 settembre 2019, che Burevestnik «fra le tante nuove armi studiate per aggirare il problema dello scudo antimissile statunitense, efficace soprattutto nei confronti dei veicoli di rientro balistici provenienti dall’Eurasia tramite parabole abbastanza intuibili sopra gli oceani Pacifico e Artico», è «un missile da crociera a lunghissima autonomia, talmente ampia da risultare imprevedibile nella rotta d’avvicinamento e anche nei tempi di arrivo.
E quale soluzione migliore di un vettore che, una volta lanciato, inizia una vera circumnavigazione del globo per via aerea, vagabondando giorni e giorni con continue correzioni di rotta sopra regioni remote, per poi dirigere a sorpresa verso le zone meno protette degli Stati Uniti, o di qualsiasi altro eventuale avversario?».