Le toghe rosse difendono a oltranza la Apostolico: “Caccia all’uomo nei suoi confronti”
Le toghe “rosse” si chiudono a riccio sul caso della giudice di Catania Iolanda Apostolico. Il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Giuseppe Santalucia, va dritto al punto in apertura dei lavori del comitato direttivo centrale. Torna sulla polemica che ha tenuto banco per settimane. Recrimina sul fatto che a suo avviso l’autonomia delle toghe è stata lesa; e fa quadrato attorno alla collega che – più video lo testimoniano- ha preso parte a manifestazioni di piazza pro-mitranti; una delle quali inneggianti contro le forze dell’ordine. Santalucia afferma che è stata messa in atto una “campagna di denigrazione e caccia all’uomo” contro la Apostolico; “una profilazione del magistrato in modo da poterlo consegnare all’opinione pubblica come inadeguato. O peggio ancora come un soggetto che non assicura il contrasto all’immigrazione illegale; in un momento in cui l’immigrazione illegale può diventare pericolosissima per la sicurezza nazionale”.
Le toghe si chiudono a riccio e fanno quadrato intorno la Apostolico
Una requisitoria – quella di Santalucia – per difendere l’operato della collega di Catania; per rigettare ogni critica e per chiudere ad ogni ipotesi di riforma. Ha lamentato poi che “da una critica a provvedimenti giudiziari, assolutamente legittima da chiunque provenga, si è passati a una critica alla persona; alla ricerca di elementi che possano gettare ombra di parzialità e inadeguatezza sul magistrato che li ha emessi”. Sul tema è intervenuto anche il segretario dell’Anm, Salvatore Casciaro. Anche lui si è detto molto preoccupato. Ha lanciato un “segnale di allarme” per le “dichiarazioni di esponenti politici che hanno censurato provvedimenti giurisdizionali non per il contenuto della motivazione, ma per l’asserita ideologia del giudice che l’aveva adottata”: condotte, a suo avviso, “non rispettose del principio della separazione dei poteri; men che meno del ruolo e della funzione del magistrato”.
L’Anm: “Attacchi deplorevoli alla Apostolico”
Ma se è “auspicabile evitare che un giudice possa entrare in logiche conflittuali o partitiche; ovvero che si cali in contesti di tensione o dialettica sociale”; resta comunque “indiscutibile che l’eventuale inopportunità del contegno del magistrato e l’inosservanza delle regole della prudenza nell’attività extra-funzionale non possono mai giustificare violenti e indiscriminati attacchi alla giurisdizione o al singolo magistrato: tanto più deplorevoli se mossi da esponenti delle istituzioni della Repubblica in grado, proprio per il ruolo ricoperto, di minare la fiducia dei cittadini nell’Ordine giudiziario”.
Anm: L’attacco al governo
“Nessuna sotto considerazione dei temi che posano essere implicati da una manifestazione pubblica – ha assicurato Casciano-. Ma bisogna chiedersi dove nasce questo modo di fare di un ministro che ha postato un video da cui è nata una campagna giornalistica dai toni aggressivi inusitati”. “Quello che è accaduto è fortemente grave – ha ribadito il presidente Anm – ipotizzando un clima da caccia alle streghe: “Se domani faccio un provvedimento non gradito, è possibile che ci siano cassetti che conservano anche comportamenti pubblici da utilizzare alla bisogna; per costruire una narrazione di un certo tipo intorno al magistrato? Se un magistrato ha sbagliato ci sono gli strumenti, la prima verifica dell’imparzialità è la motivazione, partiamo da lì, dal provvedimento, non invertiamo l’ordine partendo dalla persona per gettare ombra sul provvedimento. La prima cartina al tornasole della nostra imparzialità è ciò che scriviamo e come argomentiamo”, ha concluso Santalucia.
Magistratura democratica: “Non si tollerano intromissioni”
Secondo Md addirittura “l’esercizio della giurisdizione non può tollerare intromissioni e critiche rivolte, anziché al merito dei provvedimenti, alle persone che li hanno redatti, alle loro vite, ai loro familiari”. E ancora: “ciascun magistrato ha il diritto civile di esprimere il proprio pensiero e le proprie convinzioni; anche su temi di rilevanza pubblica”, concludono i magistrati di Md che – riporta il Giornale- nel loro documento, chiedono che il Csm “porti a termine nel minor tempo possibile la pratica a tutela proposta da tredici consiglieri il 3 ottobre a seguito degli attacchi diretti a Iolanda Apostolico. Ricordiamo che il Csm si spaccò sul tema aperto dalla Apostolico.