Stupro a Cinecittà, “andiamo al cinema, ci aspetta il tuo fidanzato”: così l’egiziano la picchia e la violenta in strada

30 Set 2023 13:04 - di Greta Paolucci
stupro Cinecittà

Stupro ma Cinecittà, l’orrore in strada su una giovane appena uscita dal pronto soccorso di un ospedale…«Vieni, andiamo al cinema, ci sta aspettando anche il tuo fidanzato»: ma era solo una trappola per trascinarla nel vortice di un’aggressione brutale fatta di percosse e abusi. La vittima, una ragazza 31enne, si è fidata, e lui – Mohammed, un 33enne egiziano con precedenti per lesioni, resistenza e minacce, finito oggi dietro le sbarre – ha ripagato quella fiducia picchiandola e violentandola in Piazza dei Consoli, al Tuscolano, quartiere est della capitale.

Stupro a Cinecittà, l’aguzzino attende la vittima fuori dall’ospedale e…

Se l’è ritrovato all’uscita del pronto soccorso, dove era finita in seguito a una caduta accidentale poco prima. Si è fidata di quel gesto di attenzione che il ragazzo le aveva riservato, e ha creduto alle sue parole quando le ha detto di volerla accompagnare dal fidanzato, con cui avrebbero avuto un appuntamento al cinema poco più tardi. E invece, quel comportamento. Quell’incontro in programma, erano solo una scusa: una trappola per poi isolarla. Immobilizzarla a suon di botte. E usarle la cruda violenza di uno stupro pianificato ed eseguito con una crudeltà che fa orrore.

La giovane attirata con l’inganno, picchiata e violentata da un 33enne egiziano

«Vieni, andiamo al cinema, ci sta aspettando anche il tuo fidanzato», le aveva detto fuori dell’ospedale dove si è fatto trovare, poi invece – come riferisce Il Messaggero sul caso – «alle nove di sera l’ha trascinata in un angolo appartato di piazza dei Consoli, zona Cinecittà. L’ha spinta contro una recinzione. E poi l’ha buttata a terra. L’ha picchiata e l’ha violentata». E quando lei è riuscita in qualche modo a divincolarsi da quella morsa e a fuggire a più non posso, il suo aguzzino è sparito, facendo perdere le sue tracce per oltre un mese. La ragazza, nel frattempo, che ha trovato riparo in un negozio ancora aperto raggiunto correndo a perdifiato, dove il commerciante che l’ha accolta ha dato l’allarme ai carabinieri. Quindi i soccorsi l’hanno raggiunta e portata di nuovo in ospedale, dove i medici le hanno riscontrato escoriazioni e lesioni compatibili con una violenza sessuale.

Dopo la violenza, l’aguzzino è sparito senza lasciare traccia

Un orrore che la cronaca cittadina rimanda in tutta la sua crudezza, che risale allo scorso 23 agosto, precisa il quotidiano capitolino. Ma che solo due giorni fa ha chiuso il cerchio delle indagini, quando i carabinieri – coordinati dal pubblico ministero Maria Gabriella Fazi – che lo stavano cercando, hanno individuato e rintracciato il 33enne egiziano, oggi assicurato alla giustizia e detenuto nel carcere di Regina Coeli. Uno di quegli invisibili che vivono all’ombra del degrado, mimetizzati nell’inferno di sottopassi e meandri cittadini senza tetto né legge. Non è stato facile intercettarlo e stanarlo, allora, ma l’impulso alle ricerche è arrivato quando la vittima dello stupro di Cinecittà ha detto agli investigatori il soprannome dell’aggressore e anche il suo luogo di residenza temporanea.

Stupro di Cinecittà, l’egiziano 33enne rintracciato e arrestato due giorni fa

«Non ricordo il suo nome, so solo che si fa chiamare Mimmo e abita al viadotto dell’Inferno», ha detto la giovane, alludendo al sottopasso che si trova sulla Tuscolana, trasformato da accampamenti di cartoni e rifiuti e da sbandati di passaggio, in una galleria dell’orrore. Poi, la testimonianza di alcuni senzatetto ha fatto il resto: e il 33enne egiziano, che i militari hanno fermato e ammanettato mentre si trovava nel Parco di Tor Fiscale, vicino all’Acquedotto Felice, ora è in cella: su di lui grava l’accusa di violenza sessuale.

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