Sparò al ladro in casa sua: Mattarella gli nega la grazia. Ora è ai domiciliari. Il rapinatore, libero, è irreperibile
Il Presidente Mattarella respinge la richiesta di grazia di Walter Onichini, il 42enne grossista di carni di Legnaro (Padova) che alcuni anni vittima di una notte da incubo che avrebbe cambiato la sua vita, quando, mentre dormiva, una banda di ladri si introdusse in casa sua depredando la villetta e mettendo a rischio l’incolumità della famiglia. Il macellaio, molto conosciuta nella provincia di Padova, sorprese i malviventi in azione e sparò, colpendo uno di loro: Elson Ndreca, 30enne di origine albanese, tutt’oggi irreperibile. Per la vicenda, Onichini subì un processo che si concluse con una sentenza di condanna a 4 anni, 10 mesi e 27 giorni di carcere per tentato omicidio.
Sparò al ladro che si era introdotto di notte in casa sua: Mattarella gli nega la grazia
Oggi, dopo che Mattarella ha respinto la richiesta di grazia che l’avvocato Ernesto De Toni ha presentato per conto del suo assistito a gennaio del 2021 al magistrato di sorveglianza, quella notte e quel caso di cronaca tornano sotto i riflettori. La richiesta, un documento di dieci pagine, è stata poi inoltrata al Ministero di Giustizia il 24 agosto dell’anno scorso. E questa settimana, dopo ventidue mesi, è stata rigettata: oggi, la notizia dell’epilogo con il diniego del Quirinale. Ma facciamo un passo indietro sulla vicenda. Un caso su cui, come ricorda Il Giornale in un servizio dedicato, sia Fratelli d’Italia che Lega chiesero un intervento del Presidente della Repubblica a favore del macellaio. Anche il presidente del Veneto Luca Zaia, che si era rivolto direttamente a Mattarella, assunse la stessa posizione. E invece…
La storia e il percorso giudiziario del macellaio padovano
Lo scorso 23 gennaio, dopo 19 mesi di reclusione, Onichini è tornato dalla sua famiglia nell’abitazione di Camponogara in provincia di Venezia. Gli è stato concesso, dal Tribunale di sorveglianza, l’affidamento in prova ai servizi sociali. Oltre a impegnarsi nel volontariato, Onichini può lavorare nella macelleria della sorella Chiara sempre in provincia di Venezia. Ma dalle 22 alle 6 del mattino deve restare in casa. E non gli è permesso uscire dai confini della regione Veneto.
Mattarella rifiuta la grazia a Onichini. Il legale: «Rimane l’amarezza per la palese diseguaglianza di trattamento»
«La domanda di grazia è rimasta ferma a Padova per oltre 9 mesi. Poi, finalmente trasmessa al Ministro della Giustizia a Roma, e di essa nessuno aveva più saputo dirci nulla. Dal 23 gennaio di quest’anno Walter Onichini è stato ammesso all’affidamento in prova ai servizi sociali – ha dichiarato il legale De Toni –. E ha potuto finalmente cercare di riprendere in mano la propria vita. Rimane l’amarezza per la palese diseguaglianza di trattamento per due persone che avevano entrambe commesso dei reati».
Il macellaio, incensurato, è finito subito in cella. Il ladro, pluripregiudicato, irregolare ed espulso, è tutt’oggi irreperibile
Reati per i quali – prosegue il legale –sono stati condannati. Ma una, fino ad allora incensurata, dopo 9 anni dai fatti è finita in carcere 48 ore dopo che la sentenza era diventata definitiva. E vi è rimasta per 16 mesi. Mentre l’altra, pluripregiudicata, irregolare ed espulsa dal territorio italiano. Con una pena di 3 anni e otto mesi di reclusione passata in giudicato da settimane. E che poteva essere arrestata quando era venuta in Tribunale a Padova per chiedere i danni e testimoniare su quanto era accaduto, si era potuto rendere irreperibile perché non era stato tempestivamente emesso l’ordine di carcerazione».