L’amico di Grillo jr, Corsiglia, si becca un’altra denuncia per violenza su una giovane: l’ha molestata in discoteca
L’amico di Grillo junior, Francesco Corsiglia, 23 anni, genovese, è stato denunciato per un’altra violenza sessuale. Secondo le sue accusatrici quello di Corsiglia sarebbe un dunque un vizio inestirpabile.
Già era coimputato insieme ad altre tre persone tra cui Ciro Grillo — figlio del fondatore del M5s Beppe — per uno stupro di gruppo avvenuto nell’estate 2019 in Sardegna. E ora – ci informa il Corriere – Corsiglia “ha ricevuto dalla Procura di Genova l’avviso di conclusione delle indagini preliminari scattate dopo la denuncia di una ragazza”.
Del primo processo poco si sa. Lungaggini incredibili stanno ritardando il verdetto. L’iter processuale, dopo 4 anni dai fatti e dalla denuncia delle, è tutt’altro che fluido. Lo scorso luglio si è appreso del serio rischio che tutto possa finire in un binario morto per il trasferimento in un’altra procura (a Bari) di uno dei giudici a latere del processo.
Ma torniamo a Corsiglia. Secondo quanto emerso dal lavoro dei carabinieri, coordinati dal pm Federico Panichi, avrebbe molestato una 19enne e provato a spogliarla sulla pista da ballo di un noto locale notturno di Genova. “I fatti – scrive il Corriere – risalgono a una notte di fine luglio all’interno della discoteca Estoril Club, sulla spiaggia di corso Italia. Secondo quanto denunciato dalla ragazza, Corsiglia, conosciuto poco prima, le avrebbe alzato il top in maniera plateale, in mezzo alla folla, dopo una battuta su un piercing al seno. Un gesto che si configura come violenza sessuale nella forma attenuata della minore gravità e per cui il giovane rischia tra i 2 e i 4 anni. Il pm parla nella sua relazione di «fatto di lieve entità»”.
Il gesto plateale ha generato anche una rissa. La ragazza lo ha infatti preso a schiaffi e Corsiglia ha reagito. Così si è creato un parapiglia e la giovane ha chiesto aiuto ai carabinieri. “Corsiglia – specifica il Corriere – ha ora 20 giorni di tempo per chiedere di essere sentito dal pubblico ministero e provare a chiarire la propria posizione”.