È morto a Roma Domenico De Masi, il sociologo del paradigma postindustriale

9 Set 2023 15:41 - di Giulio Fioretti
De Masi

È morto a Roma a 85 anni Domenico De Masi, volto noto della sociologia di massa. De Masi, molisano di nascita, aveva scoperto quest’estate in vacanza, a Ravello, di essere affetto da una malattia invasiva e terminale.

De Masi e la sociologia dei gruppi

Nato a Rotello, un paesino del Molise, De Masi ha vissuto la sua giovinezza in Campania, a Caserta dove ha compiuto gli studi liceali, laureandosi successivamente a Perugia. A Napoli iniziò la carriera universitaria, che lo portò a trasferirsi in Sardegna e a ritornare nel capoluogo partenopeo per insegnare alla prestigiosa Università Orientale. Insieme alla carriera cattedratica sviluppò una serie di esperienze sociali e organizzative nell’industria.

Il paradigma sociale da Marx alla Scuola di Francoforte

De Masi ha elaborato un suo paradigma sociologico partendo dal pensiero di autori come Tocqueville, Marx, Taylor, Bell, Gorz, Touraine, Heller, la Scuola di Francoforte e approdando a contenuti originali in base a ricerche centrate soprattutto sul mondo del lavoro.

Ha contribuito a elaborare e diffondere il paradigma post-industriale, basato sull’idea che, a partire dalla metà Novecento, l’azione congiunta del progresso tecnologico, dello sviluppo organizzativo, della globalizzazione, dei mass media e della scolarizzazione di massa, abbia prodotto un tipo nuovo di società centrata sulla produzione di informazioni, servizi, simboli, valori, estetica.

Il Covid e il lavoro in smart working

De Masi, di idee vicine al socialismo ma mai fazioso, si impegnò attivamente durante il periodo della pandemia Covid in favore del lavoro agile. Per lui, lo smart working rappresentava un’opportunità positiva per ottimizzare le prestazioni lavorative e rendere più agevole, soprattutto alle donne, le condizioni ambientali. Per il sociologo molisano l’ozio creativo era un’occasione ludica ma anche un modo concreto per migliorare i rapporti sociali e le relazioni. La sua critica alla società postindustriale rimane un elemento interessante e stimolante di discussione sull’attualità e sulla vita delle comunità.

Urso: “Una persona che conosceva il valore del confronto”

Diverse le reazioni di cordoglio del mondo politico. Il ministro del Made in Italy, Adolfo Urso, di FdI, lo ha voluto ricordare sottolineando di averlo “incontrato durante i miei studi in Sociologia, nel Magistero della Sapienza, in quei difficili anni Settanta, lui docente ed io studente, lui di sinistra ed io di destra. Il rispetto per le idee diverse non è mai mancato. Spesso ospite dei nostri meeting, per la profondità delle analisi e delle argomentazioni, comunque sempre stimolanti. Ci mancherai, ma hai lasciato molto, in Italia e non solo. Addio professore”, ha aggiunto il ministro.

FdI: “Idee distanti ma uomo di spessore”

“Addio a Domenico De Masi. Pur non condividendo molto della sua visione, onoriamo in lui l’intellettuale, l’accademico e opinionista di grande spessore. Condoglianze sincere alla sua famiglia”, scrive Federico Mollicone, Presidente della Commissione Cultura di Montecitorio, di Fdi. Per il vicecapogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia, Alfredo Antoniozzi, “Le sue analisi sul paradigma postindustriale meritano approfondimenti e attenzione e la sua capacità di leggere la realtà fornendo interpretazioni sempre intelligenti, per quanto ovviamente soggettive, sono state un bene per la nostra comunità. De Masi era un uomo di sinistra ma non un fazioso”. “Il mio cordoglio per la scomparsa di Domenico De Masi , fine sociologo, studioso, insegnante e ricercatore. Le nostre idee e posizioni non erano sempre convergenti, ma ho apprezzato la sua dedizione verso la sociologia del lavoro, il il suo attivismo culturale e il suo impegno sociale. Le mie più sentite condoglianze vanno alla sua famiglia e ai suoi cari”. Lo dichiara in una nota il presidente della Commissione Lavoro della Camera, Walter Rizzetto, sempre di Fratelli d’Italia.

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