Sociologia, l’eredità di Francesco Alberoni. Ricordo di un collega di discussioni
Riceviamo e pubblichiamo
La scomparsa di Francesco Alberoni mi rattrista personalmente, un uomo che in certi periodi ho frequentato, con qualche condivisione culturale. Alberoni fu tra gli iniziali partecipanti ai miei seminari sulla protesta giovanile che tenni alla Facoltà di Statistica, affollatissimi. Mentre infuriava la rivolta giovanile io la analizzavo, ne rendo memoria nel mio recente libro: ”Ho vissuto la vita-Ho vissuto la morte”(Armando Editore). Alberoni venne, lui era grande decifratore dei fenomeni sociali di quel genere. Occhi scuri, alto, fluente parlatore. Alberoni definiva i fenomeni sociali secondo una nomenclatura afferrata dai sociologi francesi: vale a dire, esiste una fase di cova, animazione, eccitazione, entusiasmo individuale contagioso, l’individuo si sente “fuso” con l’individuo. Dagli individui si perviene alla collettività, si respira altruismo, causa d’insieme, sacrificio l’un l’altro: è il momento dell’entusiasmo, la vita può affrontare anche la morte per la causa collettiva: è la fase del “movimento”, dello “stato nascente”.
Alberoni, l’intuizione
Non è una condizione eterna, sfocia nella “istituzione”, la stabilità, la legge, l’ordine, le regole, anche se ispirati dall’entusiasmo precedente. Movimento/Istituzione fu un testo fondamentale con il quale divenne il sociologo dei movimenti. In verità, non avrebbe avuto la notorietà che ebbe se non avesse aggiunto una intuizione estensiva, e problematica. E se anche nella vita intersoggettiva avvenisse il simile dei fenomeni collettivi: periodo entusiasmante, fusionale- io sono tutto tuo, tu sei tutta-tutto per me? Alberoni trasporta il “movimento” nelle relazioni personali, segnatamente la vita sentimentale.
Fu osteggiato per il parallelismo tra sociologia e psicologia
Ne viene “Innamoramento ed Amore”. La medesima escursione: entusiasmo, tu sei la donna/l’uomo più bella/bello, vivo per te, siamo due in uno, è lo stato nascente, l’innamoramento, la fusione; poi la relazione si istituzionalizza, legalizza, diventa quotidianità. Anche pratica con esigenze concrete non soltanto sentimentali, è la fase della istituzione: dall’innamoramento si trascorre nell’amore, come dal movimento collettivo si passa alle istituzione. Questo parallelismo tra sociologia e psicologia, che non del tutto piace ai sociologi ed agli psicologi, Alberoni invece trasse originalità. In realtà una separazione categorica tra movimento ed istituzione è inconcepibile. Glielo dissi e glielo scrissi. Ne discutemmo a lungo. Alberoni era persona colloquiale, dialogante, animata. I suoi scritti incisero elementi da considerare come modalità interpretativa dei fenomeni collettivi e individuali. Anzi, questo tentativo di unificare l’interpretazione dei fenomeni collettivi con lo stesso criterio dei fenomeni individuali è una metodologia che merita di essere considerata, segnatamente. Ed è il lascito del rimpianto Francesco Alberoni.
( I funerali del sociologo e scrittore Francesco Alberoni si terranno sabato 19 agosto alle 11 nella chiesa di Sant’Ambrogio a Milano. A ufficiarli sarà il monsignor Carlo Faccendini, abate della basilica)