Salario minimo, domani il tavolo del governo con le opposizioni. Ecco chi parteciperà
L’apertura al dialogo sul salario minimo mette in difficoltà chi voleva farne una bandiera contro il governo. Le opposizioni si preparano all’incontro, a sinistra si pensa solo al tornaconto politico, si teme che il tutto possa trasformarsi in una vittoria (l’ennesima) di Giorgia Meloni. Quindi, frenano e trovano, ancor prima di cominciare, qualsiasi pretesto per attaccare, Per anni sono stati su Marte, non hanno fatto niente. Ora si accorgono che c’è necessità di intervenire. Nell’area più moderata, invece, ci sono dichiarazioni di disponibilità a un confronto sereno.
Salario minimo, ecco i presenti delle opposizioni al “tavolo”
Le opposizioni si preparano all’incontro di domani con il governo sul salario minimo. Pronte le delegazioni, ed ecco chi prenderà parte al tavolo. La segretaria del Pd Elly Schlein raggiungerà Palazzo Chigi con la responsabile del lavoro Maria Cecilia Guerra e il portavoce. Con il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte ci sarà la coordinatrice del comitato per le politiche del lavoro Nunzia Catalfo. Con il segretario di Azione Carlo Calenda ci sarà il capogruppo alla Camera Matteo Richetti. Per Europa Verde parteciperanno entrambi i portavoce nazionali, Angelo Bonelli ed Eleonora Evi. Per Sinistra Italiana ci saranno il segretario Nicola Fratoianni e il capogruppo in Commissione Lavoro alla Camera Franco Mari. Per Più Europa ci saranno il segretario Riccardo Magi e Benedetto Della Vedova.
FdI: ci sia uno spirito costruttivo
«Sul salario minimo auspico che le opposizioni arrivino all’incontro conGiorgia Meloni con spirito costruttivo, non con quello da campagna elettorale estiva». Lo dichiara Walter Rizzetto, deputato di Fratelli d’Italia e presidente della commissione Lavoro alla Camera. «Un salario minimo applicato erga omnes per legge potrebbe paradossalmente creare dei problemi. Da parte datoriale alcuni potrebbero abbandonare i risultati raggiunti dalla contrattazione e applicare, a ribasso, una legge. Serve invece ragionare sui rinnovi dei contratti. E rinnovarli bene, non come proposto da qualche sindacato qualche settimana fa a 6 euro lordi all’ora per una specifica categoria».
«Bisogna pensare bene a cosa fare»
«A nessuno viene ancora in mente che 9 euro lordi l’ora possano favorire in alcuni ambiti il lavoro nero? Potremmo applicare un corollario di iniziative che, di fatto», spiega, «aumenterebbero le buste paga oppure estendere oltre a quel 94% di applicazione i contratti, ovvero nell’alveo non oggi coperto. Infine governo e maggioranza stanno cercando le risorse per rendere strutturale il taglio del cuneo fiscale che, molto semplicemente, farebbe arrivare più soldi in busta rispetto alla sola applicazione di 9 euro lordi e onnicomprensivi. Serve pensare bene a che cosa fare, con proposte costruttive e strutturali», conclude Rizzetto.
Salario minimo, Calenda si differenzia
Dalle posizioni di guerra preventiva – fatte dalla Schlein e fa Fratoianni – si differenzia Carlo Calenda. «Nell’incontro di domani tra la premier Meloni e le opposizioni (tranne Matteo Renzi) mi aspetto che si discuta seriamente di un problema che tocca 3 milioni e mezzo di cittadini che lavorano tanto e non arrivano a fine mese. Secondo noi», afferma, «c’è un principio di base, che esiste in tutti i grandi paesi occidentali, per cui chi lavora deve guadagnare almeno 1.200 euro netti al mese ovvero 9 euro l’ora».