Albertazzi, il Grey Cat di Grosseto celebra i 100 anni del “perdente di successo”: dalla Rsi ad Adriano (video)

19 Ago 2023 13:03 - di Romana Fabiani

Un perdente di successo, come amava definirsi. Ma anche uno dei più grandi artisti italiani di tutti i tempi. Maestro scanzonato a teatro e nella vita, Giorgio Albertazzi, nato a Fiesole il 20 agosto 1923, domani avrebbe compiuto 100 anni. Per celebrare il centenario dell’artista scomparso nel 2016, che ha scelto di vivere i suoi ultimi anni a Villa Tolomei di Sticciano, a Grosseto, il Grey Cat Festival lo omaggerà con due eventi. Un concerto del grande sassofonista Stefano “Cocco” Cantini e il suo quartetto (questa sera alle 21,30) e un memorial (domani) con la partecipazione delle attrici-muse maggiormente legate alla figura di Albertazzi.

Centenario di Albertazzi, il concerto al Grey Cat

L’attore, scrittore e regista cominciò a lavorare per il cinema nel 1951 con Lorenzaccio, diventando uno dei primi divi televisivi della storia. Sul piccolo schermo interpretò sceneggiati di grande successo, come Delitto e castigo, Gli spettri, Piccolo mondo antico. Da allora è stato un vulcano inarrestabile. Voce roca inimitabile, talento incontenibile, fascino e sete di vita. In teatro, da attore, regista e scrittore, ha primeggiato per decenni seducendo il pubblico in Italia e all’estero.

Performer, maestro a teatro e nella vita

“Albertazzi – si legge nella sua biografia ufficiale – è il performer più imprevedibile della scena italiana e non solo. Memorabile il suo Amleto, regia di Franco Zeffirelli, in cartellone nel 1964  per due mesi all’Old Vic di Londra e vincitore del Challenge al Thèatre de Nation di Parigi”. In una delle sue ultime interviste, due anni prima della morte, alla domanda “Maestro cosa vuole fare da grande?”, Albertazzi rispose: “Finché non cado su me stesso, finché questa energia mi consente di inseguire mia nonna che morì a 101 anni e la mia bisnonna che se ne andò a 106, finché ce la faccio continuo a stare in scena! La scena è giovinezza, la giovinezza non ha età”. E così è stato. Fino all’ultimo non ha mai smesso di calcare il palcoscenico, di recitare e di sedurre. Memorabile il suo tango a Ballando con le Stelle nel 2014.

I tempi sono maturi per dedicargli un teatro

“Oggi – dice l’attrice e compagna di vita Mariangela D’Abbraccio – i tempi sono maturi per dedicargli un teatro importante. Come il Quirino di Roma è intitolato a Vittorio Gassman, anche la  Pergola di Firenze dovrebbe portare il nome di Giorgio”. Per più di 25 anni l‘imperatore Adriano è stato l’alter ego dell’artista fiesolano senza perdere mai di fascino e vigore. Lo spettacolo Memorie di Adriano, con la regia di Maurizio Scaparro e il testo di Marguerite Yourcenar, andò in scena per la prima volta nel 1989. Una straordinaria riflessione universale sulla bellezza e la libertà, il potere e la morte sulle tracce di una lunga lettera dell’imperatore all’amico Marco Aurelio.

L’adesione alla Repubblica sociale

Scelte esistenziali scomode non gli hanno impedito di raggiungere l’Olimpo dei grandi. A soli 20 anni Albertazzi aderì volontario alla Repubblica Sociale Italiana, ricoprendo il grado di tenente nella Legione Tagliamento. Più per spirito di avventura e per coerenza personale che per convinzione politica, come lui stesso dichiarò in più occasioni. “Pensavo che l’Italia fosse da quella parte”, disse. Alla fine della guerra fu arrestato, poi liberato dopo due anni di carcere in seguito all’amnistia Togliatti. Prosciolto da tutte le accuse, a differenza di altri artisti blasonati, non ha mai rinnegato quell’esperienza giovanile che ha segnato per sempre la sua lunga e inimitabile vita.

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