Su Sgarbi e Morgan al Maxxi il doppio peso della sinistra: anche la Melandri invitava il critico

3 Lug 2023 16:00 - di Davide Ventola
Melandri, Sgarbi, Morgan

Chissà dove erano quei dipendenti del Maxxi, indignati per la presenza di Vittorio Sgarbi e per le sue intemperanze verbali con Morgan, nel 2019, quando c’era Giovanna Melandri presidente del Museo nazionale delle arti del XXI secolo. In quell’occasione il critico d’arte fu chiamato a intervenire a un evento e nessuno si stracciò le vesti. Al Maxxi, dopo dieci anni di presidenza a guida Pd, con l’arrivo Alessandro Giuli considerato un invasore nel tempio dell'”amichettismo” di sinistra, le vedove della Melandri sono sul piede di guerra. Da qui l’attacco a Sgarbi, colpevole di essere Sgarbi.

Melandri manifesta “grande tristezza”, ma pure scarsa memoria

La stessa Melandri è intervenuta su Twitter: «È dal giorno del passaggio di consegne che ho ritenuto di non dover commentare mai le vicende del Maxxi che merita sempre di essere amato e rispettato come luogo di ricerca, bellezza e innovazione. Oggi però di fronte a questo spettacolo provo sgomento e una grande tristezza». Per poi condividere alcuni tweet in omaggio a Franco Battiato. Il grande artista siciliano, però, fu costretto alle dimissioni da assssore alla Cultura della Regione siciliana per aver definito i politici “puttane”. Termine che avrebbe fatto inorridire la Melandri e i suoi sodali. Insomma, l’ex ministra manifesta “grande tristezza” ma pure scarsa memoria.

Morgan non chiede scusa: polemiche a scoppio ritardato, chi le ha sollevate?

Sulla vicenda è intervenuto, passando al contrattacco, anche Marco Castoldi, in arte Morgan. “Volgari e sessisti?”. Al contrario: “è stata una serata di altissimo valore culturale”: dice il cantuatore al sito Mowmagazine. Alla domanda implicita se lui e il sottosegretario Sgarbi dovrebbero scusarsi per il proprio comportamento, Morgan risponde così: “Ho suonato brani di Bruno Martino, Tony Renis e parlato di Leopardi”, e anche Sgarbi “ha ricordato in modo affettuoso la sua vita passata”, allora “bandiamo Don Giovanni e Casanova come figure dalla storia?”. E sul ministro Sangiuliano e il direttore del Maxxi Alessandro Giuli che hanno preso le distanze, afferma: “Si sta facendo influenzare da una visione distorta e manipolante, mentre Giuli si sta defilando per timore di perdere il posto”.

Morgan dichiara dunque un contrattacco, dopo quasi una settimana di polemiche sull’incontro fra lui e il sottosegretario alla Cultura, che era anche l’evento d’apertura della stagione estiva del celebre museo di arte contemporanea di Roma. Sulle pagine del magazine lifestyle del gruppo AM Network, Morgan spiega perché è stato soltanto “uno spettacolo ironico”, citando Roberto Benigni e Carmelo Bene. E pone l’accento sulla singolarità delle polemiche a scoppio ritardato: “La lettera contro Sgarbi chi l’ha scritta, qualcuno da destra?”, chiosa.

Le vedove della Melandri smemorate e indignate a corrente alternata

Il doppiopesismo della sinistra è evidente, come osserva anche il presidente del Popolo della Famiglia, Mario Adinolfi, su twitter: “Riflettevo. Se Sgarbi e Morgan discettano di cazzo e prostata è turpiloquio e si beccano pure i rimproveri di Sangiuliano oltre al broncio di Giuli. Se Zerocalcare e Mastandrea fanno 2 serie Netflix in cui le parole memorabili sono ‘corcazzo’ e ‘stocazzo’, è cultura. Strano ve’?”.
C’è chi sui social si è messo a fare il censimento del turpiloquio di Zerocalcare e del suo Armadillo (per la voce di Valerio Mastandrea). Un esempio per tutti.
Terzo episodio di Strappare lungo i bordi su Netflix: solo nei primi cinque minuti del cartone animato per 9 volte viene pronunciata la parola “cazzo”, 2 volte “merda”, 1 “sfanculato”, 1 “cazzi tua”, 1 stronza, una volta “stronzi”, uno “sticazzi”, un “cazzi tua”. Dulcis in fundo, un “cesso”. Non ditelo alle vedove della Melandri.

 

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