Salario minimo, la Camera verso il rinvio. Resta l’emendamento soppressivo della maggioranza

25 Lug 2023 20:11 - di Francesca De Ambra
salario minimo

Il Senato ha bocciato la mozione presentata dal M5S che impegnava il governo a introdurre una soglia minima salariale inderogabile di 9 euro all’ora. A favore del documento grillino hanno votato a favore 61 senatori mentre 79 sono stati i voti contrari e 7 gli astenuti. Approvato, invece, con 82 sì, 60 no e 8 astenuti la mozione presentata dai capigruppo della maggioranza che chiedeva di individuare «gli strumenti più idonei» anche al di là della soluzione del salario minimo, al fine di «evitare qualsiasi forma di intervento che spinga al ribasso i salari medio bassi». La battaglia vera e propria, tuttavia governo e opposizione la combatteranno alla a Montecitorio, a partire da giovedì prossimo.

Mentre il Senato boccia la mozione del M5S

Stasera, infatti, la commissione Lavoro dovrebbe limitarsi ad un breve esame del provvedimento senza però svolgere votazioni. Fonti della maggioranza, in particolare di Forza Italia, escludono il ritiro dell’emendamento soppressivo, che però non verrebbe votato, al pari degli altri emendamenti e anche del mandato al relatore. Sarà dunque l’aula a decidere tra i due orientamenti: quello della maggioranza, favorevole alla sospensiva per riprendere l’esame del provvedimento dopo la pausa estiva. E quello delle opposizioni, contrarie alla sospensiva fino all’autunno e pronte a continuare l’esame della proposta di legge anche ad agosto.

Foti: «Il salario minimo va definito dai contratti di lavoro»

Posizione, quest’ultima, definita irragionevole e non priva di conseguenze negative per i lavoratori dalla coalizione di governo. Lo ha spiegato molto bene il capogruppo di FdI alla Camera Tommaso Foti. «L’indicazione del quantum per il salario minimo orario – ha spiegato – è un errore. Riteniamo che il salario minimo debba essere definito tramite contratti collettivi nazionali di lavoro. È una questione di rispetto delle proposte e di funzionalità di lavori della Camera». La sinistra, al contrario, non riesce a staccarsi dalla propaganda. Basta sentire i toni di Giuseppe Conte per rendersene conto: «Il salario minimo legale è una cosa seria, riguarda quasi quattro milioni di lavoratori. Basta rinvii e prese in giro. Salario minimo subito!».

 

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