Riforma Nordio, Guzzetta plaude al ministro: “Bene la separazione delle carriere”
Una riforma giusta ed equilibrata. Arriva da Giovanni Guzzetta, ordinario di Diritto Pubblico e costituzionalista di cultura liberale, un altro sostegno alla ipotesi di separazione delle carriere profilata da Carlo Nordio. In un’intervista su Libero, Guzzetta, da anni in prima fila tra coloro che chiedono la separazione delle carriere di giudici e pubblici ministeri e altre riforme sulla giustizia, promuove l’azione riformatrice del guardasigilli. “Bene che ci siano delle proposte da parte del guardasigilli, che ci metta la faccia, e bene che se ne discuta. Il dibattito sulla giustizia si trascina da decenni senza che si riesca a fare una discussione laica, perché tutte le parti lucrano i vantaggi della contrapposizione ideologica. Ma i problemi vanno risolti pragmaticamente e con equilibrio”.
“Dall’Anm critiche ingiuste”
Il costituzionalista definisce le obiezioni alla riforma Nordio da parte del presidente Anm, Santalucia,” Una cosa molto pericolosa per la democrazia. Ho un po’ di difficoltà a comprendere il nesso tra separazione delle carriere e rischio di un’azione penale soggiogata dal controllo politico. Perché la prima domanda riguarda una differenza strutturale. La seconda una modalità di garanzia dell’indipendenza del Pm. C’è un salto logico, l’azione penale può essere discrezionale o obbligatoria indipendentemente dalla circostanza che il pubblico ministero faccia parte dello stesso corpo dei giudici”. Nell’intervista, Guzzetta sottolinea ancora che “sulla separazione delle carriere mi pare difficile mettere in dubbio che l’appartenere allo stesso corpo e alla stessa carriera non possa, almeno astrattamente, indurre ad un atteggiamento di benevolenza verso il collega con cui si è condiviso magari per anni il medesimo ufficio. Né mi ha mai convinto l’affermazione che separando le carriere si priverebbe il pubblico ministero della cosiddetta cultura della giurisdizione, a garanzia di legalità. È un argomento che è anche un po’ offensivo verso i pubblici ministeri”.
I Pm non saranno Torquemada con la riforma Nordio
Giovanni Guzzetta spegne l’allarme di un’ulteriore deriva della funzione del pubblico ministero con la riforma Nordio.” Non capisco perché un funzionario qualificato, come dovrebbe essere un pubblico ministero indipendente, deve essere sospettato per ciò stesso di trasformarsi in un Torquemada solo perché la sua carriera è distinta. Purtroppo la mentalità inquisitrice può esistere ed esiste, come molti episodi dimostrano , anche in un sistema come l’attuale. Il rischio di abuso si cura in altri modi, innanzitutto con i controlli e con la responsabilità, spezzando la chiusura corporativa che i costituenti temevano e che l’unificazione delle carriere certamente non frena”. Sull’abolizione dell’obbligatorietà penale, il costituzionalista dice che ” se ne parla da anni. Ma tutti sanno che il problema non è abolire l’obbligatorietà dell’azione penale sul piano giuridico, ma trovare soluzioni per la sua non attuazione in via di fatto. Nessuno oggi può dire, con onestà intellettuale, che tutti i reati vengono perseguiti. Allora la domanda è un’altra. Là dove non si riesce a superare tutti i reati chi decide la priorità nell’azione? Il pubblico ministero? I capi degli uffici? Il governo? Il parlamento? Questo è il vero quesito da affrontare ma la strada segnata da Nordio è finalmente quella giusta”.