Precipita e muore sull’Himalaya, dopo un volo di 150 metri, la promessa azzurra dell’arrampicata Elisabeth Lardschneider
Era considerata una promessa dell’arrampicata azzurra ma ieri la ventenne gardanese Elisabeth Lardschneider che, da alcune settimane si trovava con altri scalatori nella zona della valle dello Zanskar, in India, per per aprire nuove vie, è precipitata per 150 metri ed è morta sul colpo, sull’Himalaya.
Molto attiva nel club alpino sudtirolese Alpenverein, Elisabeth Lardschneider, originaria di Ortisei, era stata nominata, in passato, nella nazionale giovanile di arrampicata. E sognava un futuro professionale come guida alpina inserita nei mitici Catores, una specie di unità speciale di alpinisti e soccorritori che intervengono in situazioni di crisi sulle Dolomiti.
Coinvolta dal Cai nel progetto Giovani Alpinisti che promuove i talenti emergenti dell’arrampicata, Elisabeth Lardschneider aveva scoperto il fascino e la passione dell’ arrampicata sportiva durante gli anni del liceo scientifico a Merano.
A 14 anni aveva scalato, a Passo Gardena, il Menhir. E nell’estate scorsa, assieme a quattro amici, era andata a scalare la parete ovest del Pik Odessa, montagna di 4.810 metri nel sud del Kirghizistan ai confini col Tagikistan. Quest’anno l’Himalaya che le è stato fatale.
“Lo sgomento è grande in paese”, dice il sindaco di Ortisei, Tobia Moroder al giornale Dolomiten che ha rivelato la tragedia avvenuta sull’Himalaya.