Nelle chat della ragazza che accusa Leonardo La Russa si parla molto di droga e l’amica dice: “Lui l’ho sempre odiato”

10 Lug 2023 7:46 - di Francesco Severini

E’ sul Corriere della sera che si può seguire il “caso La Russa” in tutti i suoi particolari. Anche quelli più privati della vicenda. Chissà chi concede questi carteggi pruriginosi in cambio di una linea colpevolista del primo quotidiano nazionale… ma meglio non farsi prendere dalla sindrome del complotto. Lo spiegava alla destra Ferruccio De Bortoli e c’è da credergli eh. Siamo di fronte a giornalismo puro e semplice. Puro e semplice come quando lo stesso giornale pubblicò dell’avviso di garanzia a Silvio Berlusconi. Anche lì, giornalismo puro e semplice.

Ma andiamo ai fatti, o almeno a quelli che il Corriere ci racconta come dati incontrovertibili. Insomma, la versione della ragazza. Dal letto del giovane la Russa la ragazza si sveglia frastornata e smemorata. Non ricorda nulla, Leonardo le dice che hanno avuto un rapporto sessuale e lei scrive all’amica.

“Faccio troppi casini, non sono normale, raccontami di ieri”

Ecco le chat: «Amo (amore, ndr ) mi sono risvegliata da La Russa… (…) ma che problemi ho… o mi hanno drogata. Non mi ricordo bene, non va bene, faccio troppi casini. Non sono normale, raccontami di ieri». La ragazza chiede aiuto all’amica che risponde:  «Tu sei da lui ora?», «Avete fatto sesso?», «scappa, scherzi, va’ via subito», «Amo penso che lui ti abbia drogata, ma tu non mi ascoltavi ieri» perché «sei corsa via e non ti ho più trovata». La ragazza non ricorda: «Dio santo, davvero? Cosa è successo? Non ricordo nulla». L’amica le dice che lei stava «benissimo fino a quando lui ti ha offerto il drink, tu eri stata normale, eri stranormale. Avevamo fatto delle strisce (probabilmente di cocaina, ndr ) anche lì all’Apophis», ma «non è quello che ti ha fatto diventare strana», perché «è dopo il drink che sei diventata strana strana. Lo continuavi a baciare», e «io ti ho chiesto se lui ti piacesse o meno, e tu mi fai “Sì lo amo” (…) Poi hai urlato “facciamo una botta”, io ti ho spiegato che l’abbiamo finita assieme (forse si riferisce ancora alla droga, ndr )».

“Ti ha sicuramente stuprato, comunque sempre odiato”

L’amica continua nel suo racconto:  «Ti ho detto che volevo andare a casa e ti ho chiesto di accompagnarmi fuori» e «alle tre ho chiamato un taxi, ti ho anche chiesto se volessi tornare con me, ma dicevi di voler stare con lui». La ragazza scrive: «Amo, mi ha drogata, per forza», «Ho paura, me ne sto andando». E l’amica: «Amore tu ora torna esattamente a casa tua». «Pensi ti abbia stuprata?». Perché «c…o ti ha sicuramente drogata. Comunque, che m…a, sempre odiato».

“Spero lo denunci, non può essere c…”

«Mi viene da piangere», scrive ancora la ragazza, «aiuto cosa mi ha fatto…». «Spero lo denunci», le dice l’amica. «L’abbiamo fatto, da come dice (Leonardo, ndr )», ma «non mi ricordo nulla». E l’amica:  «Ti ha per forza drogata», «non può essere c (forse: cocaina, ndr ). Non ti fa quell’effetto. Non era mai successo tutte le altre serate». Nel primo pomeriggio la ragazza scrive ancora all’amica: «Vado in ospedale. Sta venendo mia madre a prendermi». E l’amica le dà l’ultimo consiglio: «È giusto che denunci la cosa, però stai veramente attenta, suo padre è il presidente del Senato».

Ogni commento, qui, sarebbe superfluo. Ma certo la chat apre uno squarcio su una cultura dello sballo che dovrebbe per prima finire sul banco degli imputati, mentre assistiamo alle curve contrapposte: colpevolisti e innocentisti. Con la strumentalizzazione di una sinistra che non ci pare si diede tanta pena per l’accusa di stupro a un altro illustre rampollo… ma come dice la battuta di un famoso film “la maledizione degli uomini è che essi dimnticano”.

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