Feltri difende Sgarbi: “Intellettuale vero, non sarà mai un Calenda qualsiasi. Di indecente c’è solo la sinistra”
«Sgarbi è Sgarbi e lo conosciamo così da sempre, quindi perché dovremmo aspettarci che egli finga di essere qualcun altro, contenga la sua natura, moderi e moduli la sua maniera di esprimersi»: lo scrive Vittorio Feltri su Libero prendendo le difese del critico d’arte e sottosegretario alla Cultura, sotto attacco in questi giorni per il suo intervento sopra le righe al Maxxi di Roma.
Per il direttore editoriale di Libero non si può pretendere che Sgarbi «divenga un Calenda qualsiasi, un Casini qualsiasi, un Conte qualsiasi». Feltri aggiunge: «Vittorio non ha offeso nessuno e non ha compiuto alcun reato, eppure si chiede che egli venga destituito per motivi e questioni puramente moralistiche. Si vuole la compressione della sua libertà di espressione in quanto egli non sarebbe in grado di adoperarla nel modo in cui i radical-chic stabiliscono che debba essere manovrata: se ricorri ad una parolaccia, non sei più libero di parlare, non dentro ad un museo, non indossando una veste istituzionale».
«Insomma – prosegue l’articolo di Feltri – i progressisti si fanno maestri di eloquenza, di morale, di etica, di eleganza, di rispetto delle istituzioni, ma essi avrebbero bisogno di imparare innanzitutto il basilare concetto di democrazia, principio che seguitano ad oltraggiare. Io trovo che ad essere “poco istituzionale” sia questa generale lacuna. La destra viene tacciata di sessismo ma è la destra ad avere avuto la prima donna premier. Non sarebbe ora di finirla con questa versione falsata della realtà?».
Feltri: “Sgarbi è il nostro critico più preparato, ha ragione da vendere”
In realtà, aggiunge il giornalista prendendo le difese dell’amico intellettuale vogliono «dimostrare (questo era l’intento) l’inadeguatezza della destra ad occuparsi di cultura in tutte le sue declinazioni. È un terreno dove i progressisti non accettano di perdere, si rassegnano alla sconfitta elettorale, però non toccategli l’egemonia culturale, coltivando essi il malsano convincimento di essere i migliori, i più giusti, i più civili, i più signori. Noialtri, noi barbari insomma, siamo niente, andremmo civilizzati, rieducati, allontanati da consessi, musei e giornali, televisioni. Perché nulla è più intollerabile alla sinistra di quel pluralismo che pure declama».
«Ce la prendiamo con Vittorio, uomo raffinato e colto, perché si esprime talvolta in maniera diretta, volgare, in italiano corretto e diretto. Nessuno critica l’arte contemporanea piena di orrori ma tutti lapidano il nostro critico più preparato, già, Sgarbi. Non lo difendo solo perché è come un fratello, ma perché ha ragione da vendere”.
Condivido completamente: Sangiuliano impara !!!