Addio al cantastorie meridionalista Otello Profazio: era conosciuto come l'”Omero” della Calabria

24 Lug 2023 15:27 - di Francesca Amendola

Addio ad Otello Profazio. A 88 anni muore l’Omero della Calabria, un cantastorie colto e raffinato, quasi un antropologo per la sua capacità di descrivere, con ironia e saggezza, i problemi della sua regione e di tutto il Sud. Un vero e proprio protagonista della questione meridionale, capace di vincere sette anni fa il premio “Tenco” alla carriera e autore di un brano famoso e quanto mai attuale “Qui si campa d’aria” che diventò il leit motiv dei suoi concerti e delle tante esibizioni televisive.

L’addio dopo una malattia e il milione di dischi venduti

Di origine reggina, Profazio aveva 88 anni ed era nato a Rende, in provincia di Cosenza ma viveva a “Pellaro”, frazione di Reggio Calabria. Soffriva da tempo di patologie cardiache e due giorni fa era stato ricoverato nel “Grande ospedale metropolitano”. Le sue condizioni, comunque, già dal momento del ricovero, erano apparse gravi. Molto conosciuto in Italia e all’estero, Profazio aveva pubblicato, complessivamente, 25 album, uno dei quali, “Qua si campa d’aria”, aveva ottenuto un notevole successo di vendite. Era riuscito a vendere oltre un milione di dischi in un mercato di nicchia non facile, conquistando l’accesso a trasmissioni popolari della Rai che, negli anni settanta, lo resero famoso in tutta Italia.

“Qui si campa d’aria” e l’amara verità

Pubblicato nel 1974 da una sigla indipendente, “Qui si campa d’aria” conteneva frasi amare e tragiche sulle condizioni della Calabria e del Meridione. “Il Sud è proprio vero ‘o paradiso ,Se vuoi morir devi morir ucciso, O genti, ve lo dico in fede mia, Qui non si sa cos’è la malattia”. La Calabria potente di Giacomo Mancini e Riccardo Misasi di quel periodo esprimeva la voglia di catarsi e di resurrezione da una quotidianità difficile. Il disco superò il milione di copie vincendo il disco d’oro. Negli anni del folk revival, il suo lavoro venne apprezzato e sostenuto dalle case discografiche che incidevano i suoi album mentre la Rai gli proponeva trasmissioni radio e televisive. Profazio parlò con coraggio di mafia e povertà, denunciando lo sfruttamento dei lavoratori e facendo un inno continuo alla bellezza. Diventò un meridionalista di fatto, anticipatore di una tematica sociale che sarà il sigillo di un’esistenza al servizio della sua terra.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *