Poliziotti violenti a Verona, l’ira del padre di Carlo Giuliani e l’indignazione di Soumahoro

7 Giu 2023 17:33 - di Lucio Meo

Poliziotti violenti a Verona, proseguono le indagini e arriva anche la posizione, chiara e severa, del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. “La Polizia di Stato che conosco e a cui rinnovo la mia stima e gratitudine per le delicate attività che svolge quotidianamente è quella che senza esitazioni e pregiudizi riesce a fare pulizia al suo interno. Lo dimostrano la fiducia accordata dalla Procura della Repubblica che ha delegato alla Squadra mobile della Questura di Verona lo svolgimento delle indagini e il riconoscimento nell’ordinanza del gip dell’efficienza e della sollecitudine con cui queste sono state svolte”, ha fatto sapere il titolare del Viminale, sulla stessa linea intransigente del questore.

“Lo Stato c’è e la Polizia di Stato ha dimostrato grandissima serietà“, “l’indagine sui fatti di Verona la Procura la ha assegnata alla Polizia di Stato. Se vi sono alcune persone che vestendo una divisa non la onorano ci sono migliaia di persone che vestendo quella divisa la onorano”, sono invece le parole Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati, ai microfoni di Agorà, su Rai Tre, sull’indagine di Verona.

Poliziotti violenti, il monito del padre di Carlo Giuliani

”Bisogna essere molto severi con chi sbaglia, specie nei settori delicati dello Stato, dove purtroppo ci possono essere anche farabutti. Serve una capacità di controllare e punire chi deve essere punito, su questo non si possono avere dubbi. Per fortuna li hanno presi e subiranno quello che giustamente devono subire’’, è il commento all’AdnKronos di Giuliano Giuliani, padre di Carlo, il giovane che il 20 luglio del 2001 venne ucciso al G8 di Genova dal carabiniere ausiliario Mario Placanica, commenta la vicenda dei 5 poliziotti della questura di Verona arrestati ieri per tortura e atti di violenza commessi tra il luglio 2022 e il marzo 2023 nei confronti di persone sottoposte alla loro custodia.

Bodycam e numeri identificativi per le forze dell’ordine? ”Servirebbero alle forze dell’ordine stesse perché se non si sa chi ha commesso l’infrazione, che facciamo, puniamo tutti? Chi sbaglia deve essere riconoscibile. E’ una cosa che andava già fatta, a maggior ragione con le tecnologie che abbiamo a disposizione oggi’’ conclude Giuliani.

Verona, l’indignazione di Aboubakar Soumahoro

Sull’inchiesta di Verona, rispunta anche Aboubakar Soumahoro, deputato e attivista per i diritti umani e civili. “Presunte violenze e vessazioni da parte di alcuni agenti nei confronti di persone fermate per normali controlli, per lo più fragili – migranti, tossici e senza tetto – se confermate, sarebbero estremamente gravi, soprattutto perché evidenziano il rischio di una deriva d’odio razziale”. “Quello che emerge dall’inchiesta di Verona – continua Soumahoro – la crudeltà e la ferocia degli abusi, delle violenze e delle torture richiedono l’adozione immediata di misure preventive, come l’introduzione di bodycam e numeri identificativi individuali su divise e caschi durante gli interventi. Questo aiuterebbe ad individuare chi sbaglia e a tutelare i tanti che operano nella legalità. In un clima di crescente odio verso il cosiddetto ‘diverso’ – rispetto al quale anche le forze dell’ordine non sono immuni – è davvero molto grave l’intenzione del Governo di eliminare il reato di tortura”, conclude il deputato.

 

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