Omicidio di Senago, le risposte attese dall’autopsia: cambia l’accusa se il travaglio era inziato

9 Giu 2023 13:08 - di Greta Paolucci
autopsia

Nelle indagini sull’efferato omicidio di Giulia Tramontano molti degli interrogativi in attesa di risposta potranno trovare una spiegazione nell’autopsia cominciata in mattinata all’istituto di medicina legale di Milano. Un esame, quello di oggi, i cui esiti potrebbero incidere sulla possibilità di attribuire al delitto e al killer, le aggravanti della premeditazione e della crudeltà. Non solo, come ha spiegato il legale della famiglia della vittima, l’avvocato Giovanni Cacciapuoti – e come rilancia tra gli altri il sito del Tgcom24 – le risposte dell’esame anatomopatologico potrebbero cambiare l’ipotesi dell’accusa se, al momento dell’uccisione della donna incinta di sette mesi, fosse iniziato il travaglio.

Giulia Tramontano, autopsia in corso: l’esito sarà dirimente ai fini dell’accusa

«Non sappiamo se, sotto lo stress dell’azione omicidiaria – ha spiegato allora l’avvocato Cacciapuoti – ci possa essere stato un impulso di incremento, per esempio dell’ossitocina. Se fosse iniziato il travaglio ci sarebbe una mutazione del capo di imputazione» per Alessandro Impagnatiello. Un nodo importantissimo, quello che l’autopsia su Giulia Tramontano dovrà sciogliere, che si lega a fil doppio con tutte gli interrogativi e i dubbi ancora aperti sulla dinamica e la tempistica di un interrogatorio che ha sconvolto un Paese intero.

Il legale della famiglia: «Cambia l’accusa se il travaglio era iniziato»

In quel corpo straziato dai colpi di lama e dal fuoco – dopo i tentativi dell’assassino di sbarazzarsi dei resti della 29enne incinta di sette mesi con alcool e benzina – i medici legali hanno il compito di individuare i segni di una mattanza compiuta durante e dopo il delitto. E di ricostruire quanto avvenuto nell’abitazione di Via Novella. Un esame, quello anatomopatologico, chiamato a rispondere a dubbi e interrogativi che, ancora una volta nella giornata di ieri, sono circolati sui media, rinnovando strazio e sgomento.

L’autopsia e le aggravanti legate al numero di colpi post-mortem

L’assassino ha sorpreso la vittima alle spalle? L’ha bloccata con un braccio, quindi con un colpo secco alla gola le ha tolto la possibilità di urlare? Il taglio al collo, lungo e profondo, è il primo che Alessandro Impagnatiello ha inferto contro la compagna? E quale è stato il colpo mortale? Ipotesi, domande, su cui nel pomeriggio di ieri si sono confrontati i magistrati titolari dell’indagine e i carabinieri in una riunione che si è svolta in Procura con l’obiettivo di fissare le tessere di un mosaico omicidiario a cui mancano tasselli sull’eventuale aggravante della crudeltà determinata dal numero di colpi inferti dopo la morte della giovane.

Giulia Tramontano, tutte le risposte che ci si aspetta dall’autopsia

Ma l’attenzione degli inquirenti e dei medici legali si concentrerà anche sugli esami tossicologici per escludere, definitivamente, che il veleno per topi trovato nello zaino dell’uomo possa essere stato fatto ingerire alla vittima, a sua insaputa. E ancora. L’autopsia dovrà anche fare luce su quale sia stata la coltellata che ha ucciso Giulia, ma anche se il reo confesso si sia accanito sul feto, e quando il cuore del piccolo Thiago abbia smesso di battere. Elementi che potrebbero ulteriormente aumentare l’orrore di una storia già cruenta, ma che potrebbero fare la differenza sui capi di imputazione che gravano sulle spalle del killer.

Indagini sull’omicidio Giulia Tramontano: le tessere mancanti

E non è ancora tutto, perché ci sarà spazio anche per gli esami tossicologici, previsti per certificare se al momento dell’omicidio alla giovane siano state fatte assumere sostanze (ricordiamo che nella casa di Senago è stato trovato del veleno per topi ). Ed anche per approfondimenti entomologici mirati a capire quanto tempo – ore, giorni? – il corpo di Giulia sia rimasto in quell’intercapedine dove poi il suo assassino l’ha fatto ritrovare. Tutti elementi che potrebbero, se mai possibile, ulteriormente accrescere la portata dell’orrore di una vicenda già cruenta. E che potrebbero cambiare il quadro accusatorio che incombe sul reo confesso.

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