Omicidio Ciatti, chiesto l’ergastolo per il killer ceceno: “Su Niccolò una furia cieca. Non fu una rissa”
In Aula, al processo davanti alla corte d’assise d’appello di Roma per l’omicidio del 22enne Niccolò Ciatti, la pubblica accusa ha chiesto l’ergastolo per Rassoul Bissoultanov, il cittadino ceceno accusato del pestaggio mortale inferto senza pietà al giovane di Scandicci.Da quell’estate in Spagna, il ragazzo non è mai tornato: la notte trascorsa tra l’11 e il 12 agosto 2017 nella discoteca di Lloret de Mar, gli è stata fatale. Il suo assassino, nel frattempo, è sfuggito alle maglie della giustizia, ed è tuttora irreperibile.
Omicidio Ciatti: al processo d’Appello il Pg chiede l’ergastolo per il ceceno Bissoultanov
Bissoultanov venne arrestato il 12 agosto 2017 in Spagna e poi dopo 3 anni e 10 mesi rimesso in libertà. Dopo essere stato scarcerato il ceceno lasciò Girona e venne in seguito arrestato in Germania su mandato di cattura internazionale e in seguito estradato in Italia. Nel dicembre 2021 però la Corte d’Assise di Roma lo ha rimesso in libertà, con un provvedimento poi annullato dalla Cassazione. Tornato in Spagna, la scorsa estate, dopo la condanna a 15 anni, confermata anche in Appello, Bissoultanov ha fatto perdere le sue tracce ed è ancora latitante.
Omicidio Ciatti, il Pg: «Contro Niccolò una furia cieca…»
Una vergogna, la fuga seguita alla scarcerazione, che continua a perpetrarsi a dispetto di accuse e processi. Così come l’orrore di quella terribile notte in Spagna continua a deflagrare in aula, a ogni nuova udienza. Sui media, ogni qualvolta riportano le parole e gli sguardi affranti e senza pace dei familiari della vittima, condannati – loro sì, davvero – a un dolore e a una pena senza fine. Anche oggi, allora, il sostituto procuratore generale Debora Landolfi e il pm Erminio Amelio nel processo d’appello sull’omicidio di Niccolò Ciatti – e che nell’udienza di oggi a Roma hanno chiesto l’ergastolo per l’assassino ceceno – hanno rievocati quei drammatici momenti del pestaggio. Quando, ha ricordato l’accusa, Rassoul Bissoultanov si scagliò contro il giovane toscano «con furia cieca».
Per l’accusa «una rissa quella sera non c’è mai stata: fu una feroce aggressione»
E ancora. Proseguendo nella ricostruzione di quel brutale assalto, i rappresentanti dell’accusa hanno aggiunto: «Le telecamere hanno ripreso l’aggressività di Bissoultanov. La sua spavalderia. E e la ferocia che non si è fermata neanche davanti a un corpo inerme a terra. La crudezza del video che ha immortalato l’omicidio è indicativa: Bissoultanov dà calci da perfetto professionista. Con tecnica da Mma». Poi, soffermandosi sul colpo letale, hanno sottolineato: «Ha ucciso Niccolò con un calcio alla tempia, sferrato con l’intento di provocare la morte, come scrivono anche i giudici spagnoli», ha spiegato nel dettaglio il pm Amelio.
La sentenza attesa per il 5 luglio
Il quale poi, in riferimento al calcio di Bissoultanov, ha parlato di «una sorta di esecuzione». Concludendo con rilievi e repliche che hanno smontato la teoria della difesa dell’imputato: «La fantasia difensiva ha detto che quella sera ci fu una rissa – ha concluso il pm –. Ma una rissa, come mostrano le immagini delle telecamere, non c’è mai stata. Nessuna rissa, insomma, solo «una feroce aggressione». In primo grado, il 7 febbraio scorso, il ceceno è stato condannato a 23 anni di carcere per aver pestato e ucciso il 22enne di Scandicci. Ma oggi, dopo anni di indagini, esami approfonditi dei video che le telecamere hanno registrato, testimonianze: tutto porta alla richiesta della procura generale di una sentenza di condanna all’ergastolo per il ceceno Rassoul Bissoultanov. Una sentenza per cui l’accusa ha chiesto ora il riconoscimento delle aggravanti di crudeltà e futili motivi. E che è attesa per il 5 luglio.