L’Italia e la sfida dell’approvvigionamento delle materie prime critiche: il riciclo dei RAEE
Come noto, l’Italia è a rischio approvvigionamento di Materie Prime Critiche (CRM– Critical RawMaterials) essenziali per lo sviluppo di settori strategici per l’economia del Paese e per garantire una transizione ecologica ed energetica in linea con le stringenti tempistiche europee. Bisogna tenere a mente che le materie prime critiche (come il Litio e il Cobalto) sono definite sulla base di importanza economica e rischio di fornitura. La produzione industriale italiana dipende per 564 miliardi di euro (pari a circa un terzo del PIL al 2021) dall’importazione di Materie Prime Critiche extra-UE.
Secondo uno studio Ambrosetti del giugno 2022, lo scenario di dipendenza descritto è aggravato anche dal conflitto russo-ucraino in quanto l’Italia risulta esposta verso la Russia per Materie Prime Critiche che entrano nella produzione per quasi 107 miliardi di euro. In questo contesto, un concetto chiave è quello della responsabilità estesa del produttore, vale a dire il principio secondo cui quest’ultimo è chiamato ad occuparsi del fine-vita del bene immesso in commercio, organizzandone la raccolta, la restituzione e il riciclo.
La responsabilità estesa del produttore altro non è che una applicazione di un principio comunitario “chi inquina paga”. Tale principio mirava, e mira tuttora, ad evitare le esternalizzazioni dei costi ambientali a carico dell’intera collettività anziché imputarli a chi,inquinando,ha generato tali impatti con i relativi costi.
Nel caso dei RAEE (rifiuti di apparecchi elettrici ed elettronici), i principi del chi inquina paga- responsabilità estesa del produttore assumono un “doppio valore” riferitosia alla tutela ambientale sia alla sicurezza nazionale.
In tema di tutela ambientale, il legislatore ha disposto la responsabilità estesa del produttore, con l’intento di centrare gli obiettivi comunitari di recupero di materia al fine di rendere possibile una economia circolare, che comporti un uso razionale delle risorse con l’obiettivo, al tempo stesso, costituire delle filiere di recupero trasparenti al fine di evitare flussi illeciti. In merito alla sicurezza nazionale, va detto che la possibilità di acquisire materie prime critiche a valle di procedimenti di recupero di rifiuti da apparecchi elettrici ed elettronici (RAEE) quali vecchi pc, telefoni cellulari, lampadine, frigoriferi e molti altri, permette all’Italia di programmare e realizzare il proprio sviluppo e la propria transizione ecologica ed energetica.
Le Materie Prime Critiche sono la base per lo sviluppo di settori innovativi e ad alto potenziale, in quanto impiegate ad esempio nelle turbine eoliche, nei pannelli fotovoltaici e nelle batterie, elementi indispensabili per la mobilità elettrica sostenibile.
In questa cornice internazionale caratterizzata da instabilità politica così come da politiche protezionistiche, raccogliere e riciclare i RAEE per ricavarne materie prime critiche diventa non solo un obbligo giuridico europeo, ma altresì un obbligo morale nella misura in cui il nostro Paese ambisca ad essere protagonista, per quanto possibile, del proprio destino economico, industriale e sociale. Il tutto coniugando, all’effettiva diminuzione dei costi, una sostanziale e drastica riduzione della CO2.