Gli eco-vandali di Ultima Generazione piangono miseria: chiedono soldi per la “campagna acquisti”

3 Giu 2023 10:04 - di Gabriele Alberti
Ultima Generazione

Pare che sia andata male la “prima” per gli eco attivisti di Ultima Generazione. Presenti dal 2 al 4 giugno al Parco Nord Milano per il Klimatfest, il festival del clima nei pressi del lago artificiale situato nel quartiere Niguarda giunto alla quarta edizione. Una sorta di maxi raduno del mondo ambientalista ed ecologista che dura tre giorni: dove sono presenti  associazioni come Legambiente, Greenpeace ed Emergency. E naturalmente non possono mancare gli eco-vandali di Ultima gerazione. Che però sono stati un po’ isolati al debutto del festival milanese. Venivano dalla ribalta delle infauste cronache nazionali per le loro azioni contro sculture, opere d’arte, palazzi politici; e contro i cittadini che disgraziatamente si sono trovati sulla loro traiettoria durante i vari blocchi del traffico. Erano reduci dalle loro bravata coperti di fango davanti al Senato dopo l’alluvione in Emilia Romagna. Sono sotto i riflettori  per i vari fascicoli aperti nei loro confronti. Eppure il loro stand non ha catturato l’interesse dei partecipanti. Il reportage della cronaca del Giornale li descrive quasi come dei corpi estranei. Mentre gli stand delle altre associazioni catalizzavano l’attenzione, quello di «Ultima Generazione» no: “per l’intera durata della giornata (dalle ore 10 alle ore 19) è rimasto pressoché vuoto”. Un flop.

Gli attivisti di Ultima Generazione isolati al “Klimatfest” di Milano

Senza per questo prevedere il futuro- il festival durerà fino a domenica- il debutto degli eco-vandali non ha scaldato i cuori dei partecipanti. “Solo qualche ragazzino incuriosito, ma neanche troppo, si è avvicinato per rivolgere domande e chiedere informazioni. Insomma, almeno per il momento (ci sono altri due giorni di eventi – oggi e domani – davanti), un flop totale”. Ma loro non si scoraggiano. E cominciano a battere cassa: “A chi ha deciso di ascoltare le loro storielle, hanno iniziato a chiedere di lasciare una donazione- leggiamo- : per sostenere le loro attività ma, soprattutto, le vicende legali in cui sono invischiati e per cui diversi membri sono tuttora a processo”. Insomma, iniziano a piangere miseria: il 12 maggio si è tenuta la prima udienza del processo contro Laura, Davide e Alessandro che lo scorso gennaio hanno imbrattato la facciata del Senato. La prossima è fissata per il 18 ottobre. Poi ci sono le molteplici multe loro comminate. Gli attivisti di Ultima generazione presenti in vari talk show hanno sempre rivendicato di non avere nessuna intenzione di pagarle. Ma prima o poi dovranno onorare i loro debiti e allora serve denaro. Ne approfittano per iniziare a farlo in questi giorni. Una sorta di richiesta fondi per pagarsi una “campagna acquisti”. Cercano di reclutare fanatici come loro.

Eco-vandali in cerca di donazioni: “Vogliamo crescere”

Per ora l’audience ricevuta è magra. Rivendicano i loro progetti – con i soldi degli altri- e cercano di fare campagna acquisti: «Puntiamo a crescere ancora molto e a raccogliere nuovi iscritti in tutta Italia. Questa estate sentiremo più che mai gli effetti della crisi climatica; ed è necessario affrontare subito il problema parlando con le persone».  Per questo è necessario spostarsi e stanno chiedendo fondi per potersi pagare viaggi e materiale propagandistico come, stand, locandine, manifesti. Hanno ribadito il loro metodo violento: «Vogliamo paralizzare ancora il traffico per farci ascoltare». E alla domanda se provano paura a mettersi in strada a bloccare il traffico rispondono: “È normale avere paura di sdraiarsi in strada per bloccare la circolazione”, afferma al Giornale una delle attiviste che mandò in tilt il grande raccordo anulare romano: «ma il percorso è graduale. Osservando le persone più “esperte”, si inizia a prendere confidenza; e, in maniera progressiva, si acquisisce una maggiore sicurezza. A quel punto distendersi sull’asfalto diventa quasi naturale, una formalità. Negli ultimi due mesi abbiamo effettuato quindici blocchi stradali”. Lo raccontano come un apprendistato. Sconcertante. Almeno quanto il progetto- minaccia nel mese di ottobre, di «un raduno di massa verso Roma».

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