Chi ha paura del destra-centro? Già partita la gara a deberlusconizzare il patto di governo

13 Giu 2023 13:38 - di Valerio Falerni
destra-centro

L’ultima che circola, e anche con una certa insistenza, sui social e nei talk-show descrive Silvio Berlusconi come un politico mezzo fallito, avendo egli lasciato in eredità una coalizione di destra-centro piuttosto che di centrodestra. Oltre che strumentale, la tesi è singolare quantunque frutto di una interpretazione che trova autori e seguito anche all’interno di Forza Italia. E che accredita il Cav come un centrista convinto, un moderato irrimediabile, una sorta di Forlani col turbo o, in alternativa, di Rumor col cerone. Si tratta di un abbaglio recente e nient’affatto casuale, finalizzato com’è a seminare zizzania nell’alleanza, ieri contro Matteo Salvini, oggi contro Giorgia Meloni.

Il destra-centro scelto e voluto dagli elettori

In realtà, Berlusconi non ha mai creduto al centro come topos politico di per sé sufficiente ad attrarre consensi. La differenza tra lui e i post-democristiani è, sul punto, tanto netta quanto insanabile. È proprio la tormentata storia della coalizione a dimostrarlo. A partire dal ribaltone del 1994, orchestrato da Bossi, geograficamente in nome del Nord e politicamente in quello del centro. Venendo a tempi più recenti, se fosse stato Berlusconi a presidiare la cultura politica moderata, Fini non avrebbe tentato di scavalcarlo proprio lì. Ma è quel che accadde, a conferma che solo lì c’era spazio per un sorpasso rivelatosi fatale. E, infine, ci sarà un motivo se, precedentemente, il Cavaliere aveva scelto Fini e non Casini per dare vita al Popolo delle Libertà. Solo calcolo o anche affinità elettive?

Il blocco sociale come elemento identitario

Insomma, di elementi per sostenere che l’attuale destra-centro è perfettamente compatibile con l’asse ereditario di Berlusconi ne esistono a iosa. Non è così solo per quanti sperano che ai funerali di domani seguano presto anche quelli di Forza Italia. Il resto – confidano – verrà da sé, con la coalizione che entra in stallo per poi avvitarsi e impattare al suolo. Ma è un’illusione basata sull’etichetta e non sulla sostanza. Che sia destra-centro o centrodestra, infatti importa poco. Entrambe le formule indicano l’identico blocco sociale cui Berlusconi offrì una casa politica dopo il terremoto politico-giudiziario dei primi anni ’90. Una casa solidissima, oggi forse ancor più di ieri.

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