“Traditore, la politica rende str…”. Da Toninelli insulti a Di Maio e una rivelazione: “Io sono nato povero…”
“Di Maio rappresenta il tradimento della più grande speranza di rinnovamento politico degli ultimi 10 anni”. Non le manda a dire, Danilo Toninelli, ospite della prima puntata della nuova stagione de La Confessione in onda sul Nove, al suo ex amico e collega di partito Luigi Di Maio, fresco di nomina come rappresentante della Ue per il Gas nel Golfo Persico. Toninelli, dopo la sua disastrosa esperienza da ministro delle Infrastrutture nel governo giallo-verde di Conte, non fu riconfermato in quello successivo, quando il M5S si alleò con il Pd. La politica lo ha bocciato ma lui non si arrende e continua a farla dai social. “La regola dei due mandati? Per me ne basta uno. La politica rende stronzi”, dice nella sua intervista sul Nove.
Toninelli contro Di Maio il traditore
Su Luigi Di Maio l’ex ministro delle Infrastrutture ha le idee chiare: “Lui era, prima di tutto, il frontman, quello che diceva ‘basta sprechi, avanti con la legge contro la corruzione e con il taglio dei parlamentari’. Sono tutte cose che finalmente avevano aperto alla speranza i polmoni delle persone. E poi cosa fai? Ti aggrappi alla poltrona? Me lo immagino Luigi, che si è suicidato politicamente come mai nessuno, come stava crollando, precipitando dalla torre alta in cui si trovava. Era arrivato a un metro da terra e qualcuno all’ultimo secondo gli ha lanciato un salvagente. Aveva finito i due mandati come grillino – continua – e quindi è diventato un qualcosa di sconvolgentemente opposto a quello che era e rappresentava per me, per il movimento e per gli italiani. Se fai una giravolta come questa, stai sulle balle all’universo mondo. Se l’ho più sentito? E come faccio? Alzo la cornetta per dirgli ‘vai a quel paese, Luigi’ e metto giù?”.
La povertà dell’ex ministro
Dei colleghi parla male, non solo di Di Maio. “L’essere umano è l’animale peggiore che c’è sulla Terra. La politica, se va bene, peggiora le persone rendendo chiunque uno stronzo. A meno che sei un soggetto, diciamo particolare come me, che nasce in una famiglia molto povera, dove sai che l’incarico che ricopri è uno strumento per soddisfare bisogni non tuoi ma di chi sta fuori Palazzo, ti senti investito dall’incarico che ricopri. E il tuo obiettivo diventa rinnovare l’incarico e infine rinnovare la poltrona”.