Gasparri: “La nomina di Di Maio è un’offesa alla democrazia e alla grammatica”
Arriverà in Parlamento il caso della designazione di Luigi Di Maio a inviato Ue in Medio Oriente decisa dall’Alto Commissario per la politica estera, Josep Borrell. A portarla al Senato sarà l’azzurro Maurizio Gasparri che, pur consapevole che si tratta di una nomina in capo a Bruxelles, ha chiarito di voler comunque porre “il problema nel Parlamento italiano, cercando con una risoluzione di far emergere una pubblica censura istituzionale, per impedire una costosa nomina, che offende la democrazia, la cultura, la competenza, la grammatica e la geografia”. Del resto, la nomina di Di Maio ha creato malumori bipartisan, oltre che nel governo dove il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani ha preso nettamente le distanze dalla nomina, ricordando che “non ha nulla a che vedere con l’attuale esecutivo”, mentre l’altro vicepremier, Matteo Salvini, ha parlato di “iniziativa curiosa”, da parte dell’Ue, auspicando un ripensamento.
Gasparri: “Di Maio palesemente inadeguato, rinunci”
“Pubblicamente sconfessato dal governo del suo Paese, che con garbo ma con chiarezza ha detto che non è il candidato dell’esecutivo italiano, fortemente censurato dalle forze politiche che rappresentano la maggioranza democratica dell’Italia, Luigi Di Maio, dopo una vita da seminatore di odio e poi da poltronaro voltagabbana, rinunci ad un incarico per il quale è palesemente inadeguato”, ha detto Gasparri, per il quale l’ex ministro degli Esteri “anela a lauti compensi”, anche se “privo di basi culturali elementari, ignaro della storia, della geografia, del congiuntivo, incapace di distinguere un Paese dall’altro, frequentatore di gilet gialli parigini, già sodale di seminatori di odio, forse convinto che si parli di una pizzeria su qualche Golfo italiano e non di una complessa area che richiede nozioni a lui ignote”.
Il senatore azzurro porta il caso in Parlamento
“So bene – ha chiarito Gasparri – che la designazione compete a poco trasparenti circuiti europei, ma in queste ore porrò comunque il problema nel Parlamento italiano, cercando con una risoluzione di far emergere una pubblica censura istituzionale, per impedire una costosa nomina che offende la democrazia, la cultura, la competenza, la grammatica e la geografia”. Per il senatore azzurro, infatti, “quello di Luigi Di Maio è un penoso caso umano, che va archiviato. In caso diverso in ogni sede politica, istituzionale, diplomatica, interna e internazionale porrò, non da solo, ogni giorno la questione. Ho già informato alcuni rappresentanti diplomatici dell’area del Golfo dei danni che causerebbe nei rapporti internazionali una tale ridicola figura. E – ha conclso Gasparri – ho trovato condivisione e sconcerto”.
Calenda: “Ricordo che quel ruolo fu ricoperto da Tony Blair…”
Si tratta di perplessità condivise anche da Carlo Calenda, che, ospite a SkyTg24 ha ricordato che “a Di Maio ho visto prendere tutte le posizioni politiche possibili sempre in coincidenza con il suo interesse personale, questo non è una cosa che a me rassicura né secondo me aiuta da un punto di vista di autorevolezza”. “Quindi io non lo avrei scelto, ciò detto non faremo una battaglia contro Di Maio”, ha aggiunto il leader di Azione, per il quale “se va bene a Borrell son fatti suoi nell’ambito della sua scelta”. Ma da qui a “dire che è la personalità perfetta per svolgere quel ruolo” ce ne passa. “Se mi ricordo bene – ha detto Calenda – ad un certo punto quel ruolo lo ebbe Tony Blair nel Medio Oriente, era meglio Tony Blair”.