Torino, flash mob contro l’utero in affitto a due passi dal meeting dei sindaci arcobaleno

12 Mag 2023 13:54 - di Redazione

Sono circa 300 i sindaci che da tutta Italia si sono dati appuntamento questa mattina al teatro Carignano di Torino, su invito del sindaco Stefano Lo Russo, per chiedere al governo diritti per le famiglie arcobaleno. In particolare la possibilità di tornare a trascrivere le adozioni dei figli della coppie omogenitoriali.

Un evento che l’associazione Pro Vita & Famiglia ha contestato con un flash mob contro l’utero in affitto. “Un manipolo di sindaci “ribelli”, con alcuni giornalisti, vip ed esponenti dell’associazionismo Lgbt, si sono dati appuntamento a Torino con l’evento “La Città per i diritti” – spiega Jacopo Coghe, portavoce dell’associazione –  per istigare a violare la legge con le trascrizioni anagrafiche per “figli” di coppie dello stesso sesso. Spalancando così le porte all’utero in affitto. Noi di Pro Vita & Famiglia abbiamo organizzato un presidio in piazza Castello, a pochi metri dalla loro assemblea, per difendere i diritti di donne e bambini”.
“Il nostro flash mob ha portato in piazza maschere dei sindaci arcobaleno, un maxi bandierone che ha ricoperto piazza Castello con il disegno della famiglia e carrelli della spesa con dentro soldi e bambolotti con un codice a barre. Perché questa è la conseguenza delle trascrizioni: aprire la strada all’utero in affitto, ovvero alla mercificazione del corpo delle donne, trattate come schiave, e dei bambini, considerati come prodotti da acquistare come in un supermercato – prosegue Coghe – i sindaci Roberto Gualtieri (Roma), Beppe Sala (Milano), Gaetano Manfredi (Napoli), Stefano Lo Russo (Torino), Matteo Lepore (Bologna), Dario Nardella (Firenze) e Antonio Decaro (Bari) questo lo sanno? Sanno quale destino impongono a donne e bambini? Con la riunione di oggi, inoltre, hanno abbracciato le istanze degli enti locali iscritti alle rete RE.A.DY, ovvero una realtà che propone le adozioni per coppie dello stesso sesso, appunto l’utero in affitto, ma anche la carriera alias e i progetti gender nelle scuole di tutta Italia».

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