L’Anpi contro Sansonetti: non può dirigere l’Unità, non è abbastanza antifascista
L’imminente ritorno in edicola dell’Unità non rallegra l’Anpi, che anzi si rammarica perché a dirigerlo sarà Piero Sansonetti. L’accusa nei confronti del giornalista è che non sarebbe abbastanza antifascista, ma – par di capire – ancora di più che non è abbastanza ossequioso verso i neo-partigiani. A formularla, dalle colonne della rivista dell’Anpi, Patria indipendente, è il responsabile ufficio stampa e comunicazione dell’associazione, Andrea Liparoto.
L’Unità torna in edicola, ma per l’Anpi non è una buona notizia
«Il 16 maggio Piero Sansonetti riporterà in edicola la sua Unità, come fece anni prima Matteo Renzi. Perché i due, a ben vedere, sono fratelli di penose e irrispettose avventure», scrive Liparoto. «Questo giornale senza pace alla preziosa anima sua, come il Riformista, continua a subire la sorte di invasioni personalistiche. Senza una comunità, senza senso chiaramente ideale, solo una vetrina del reggente destinata dunque a sbattere contro l’irrilevanza e la fine. Per non parlare – prosegue Liparoto, che dell’Anpi è anche membro del comitato nazionale – dell’ex redazione licenziata dal curatore fallimentare e poi definitivamente cancellata da Sansonetti. Un colpo di grazia a professionalità e passioni cui non deve smettere di essere destinata la massima solidarietà».
Sansonetti non è abbastanza antifascista
Il responsabile comunicazione dell’Anpi ci tiene però a sottolineare che «quello da sottolineare a fuoco è un’ulteriore, consistente aggravante: il pessimo rapporto che questa Unità avrà con gli eventuali lettori radicalmente antifascisti». Ed ecco l’accusa a Sansonetti, nonostante di recente il giornalista abbia assunto toni barricaderi contro il governo: «Il nuovo direttore è quello che vorrebbe fosse sciolta l’Anpi e non Forza Nuova che desidererebbe invece restasse attiva contro chi “per motivi ideologici” ne chiede lo scioglimento», sottolinea Liparoto, riportando le parole di Sansonetti risalenti al 14 aprile dello scorso anno quando disse che «l’Anpi andrebbe sciolta per un motivo molto semplice: perché non ci sono più i partigiani».
E ha “osato” criticare l’Anpi…
«Le partigiane e i partigiani sono enormemente di più di una trentina, con buona pace di Sansonetti, e furono loro stessi nel 2006 al congresso di Chianciano a voler aprire le porte dell’Associazione anche ai non combattenti per mantenere vivi, vitali e operativi i valori che mossero la loro lotta», rivendica quindi Liparoto, chiamando una sentenza del Tribunale militare di Verona a testimoniare il fatto che l’Anpi è effettivamente «l’erede spirituale» delle formazioni partigiane, «stante l’identità dei fini». «Ma si sa – conclude il dirigente dell’Anpi – Piero Sansonetti è allergico alla magistratura, contro cui schiererà naturalmente il giornale…».