Decreto Lavoro, i cattolici dell’Ucid plaudono alle misure del governo per imprese e famiglie

3 Mag 2023 18:11 - di Marta Lima

“La discussione sull’entità dell’aumento in busta paga, 80 o 100 euro in più, è surreale se non si considera la complessità del provvedimento varato il Primo maggio dal governo Meloni che contiene misure che vanno ben oltre un semplice bonus ai lavoratori ma rientrano in una visione complessiva della riforma fiscale che punta sulla tutela delle fasce medie della popolazione e sugli aiuti alle famiglie e alle categorie più fragili della società. In questo senso, chi si muove nel solco della Dottrina Sociale della Chiesa cercando di interpretare la sensibilità dei cattolici, come il governo di centrodestra, non può che esprimere un giudizio positivo sul Decreto Lavoro, comunque migliorabile, in Parlamento, soprattutto sull’allargamento del sostegno ad alcune categorie protette, ma assolutamente in linea con le aspettative”. Lo dichiara Riccardo Pedrizzi, presidente del Cts dell’Ucid (Unione Cristiana Imprenditori e Dirigenti) e del Gruppo Lazio dell’Ucid, nel giorno in cui arrivano nuove conferme dall’Istat sul trend positivo, a marzo 2023, rispetto al mese precedente, sull’aumento degli occupati, la diminuzione dei disoccupati e la sostanziale stabilità degli inattivi, che va ad agganciare i buoni riscontri sul Pil anche rispetto a Francia e Germania.

“Il decreto Lavoro in linea con la Dottrina sociale” secondo l’Ucid

“L’idea di intervenire sul cuneo fiscale va incontro alle richieste degli stessi imprenditori – prosegue Pedrizzi – la destinazione al taglio delle tasse e dei contributi delle risorse dell’extra-bilancio sono un segnale importatissimo anche per loro, per chi investe e deve fare i conti con la crisi, dalla quale l’impressione è che si stia, faticosamente, uscendo. Gli aiuti ai lavoratori che hanno figli, anche nella tutela dei fringe benefit per chi ha prole a carico, va incontro all’esigenza di una politica fiscale che metta al centro la solidarietà sociale. L’eguaglianza, l’unità del corpo sociale e la famiglia come nucleo della società, si salda nel varo dell’assegno di inclusione, che prenderà il posto del Rdc, può diventare uno strumento di sostentamento per chi ha veramente bisogno senza creare figure parassitarie in un mercato di lavoro che spesso si ritrova carente di manodopera o figure specializzate anche a causa della pigrizia nella ricerca del lavoro che ingenera il sussidio illimitato e universale. Una manovra, quella sul lavoro, che parte dall’idea di bene comune, inteso come necessità di non lasciare nessuno indietro, in funzione della pacificazione sociale, nel segno dell’Enciclica Caritas in Veritate, non può non essere accolta con ottimismo dall’imprenditoria e dalla classe dirigente che si ispira ai valori cristiani”.


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