I veleni e i “si dice” su Wojtyla: così tentano di infangare il più grande Papa del Novecento

17 Apr 2023 11:09 - di Mario Campanella
wojtyla

Ci vuole tutta la fantasia sottile di Giovanni Floris per rendere tangibile, in questa Italia eternamente paranoidea, l’assurda idea che Wojtyla, il più grande Papa del Novecento, l’uomo della dottrina sociale della Chiesa, l’avversario del comunismo, il prete vestito di bianco preso a colpi di pistola, fosse addirittura un pedofilo. Perché è di quasi quattro settimane fa il primo, grave episodio sottovalutato da tutti accaduto a “Di martedì”. In studio Pietro Orlandi, al centro la discussione su Emanuela e poi la registrazione con la voce di uno scagnozzo della Magliana che diceva testualmente: «Lo sanno tutti che il Papa si accompagnava a ragazzine».

Contro Wojtyla il nulla viene elevato a verità

Una settimana prima Andrea Purgatori, un altro testimone fedele della dietrologia di comodo sugli anni delle stragi, aveva invece candidamente dichiarato che «qualcuno diceva che il Papa avesse convocato direttamente Da Pedis per risolvere la questione Orlandi» “Qualcuno” diventa una mezza verità. Insomma, il nulla elevato a verità tra si dice e chiacchiericcio, senza che l’ordine dei giornalisti dicesse una parola sulle tante carte deontologiche firmate in questi anni e puntualmente violate.

Un grande Papa che ha combattuto comunismo e capitalismo

La parola di una mezza calzetta di una banda di cocainomani i cui membri si sono ammazzati tra loro, diventa sostanzialmente motivo di revisione della vita di un Papa che ha affrontato 27 anni di guida della Chiesa combattendo comunismo e capitalismo e venendo proclamato Santo. In questa tragicommedia emerge ciò che il Foglio ha giustamente definito timidezza dei cattolici nel saper difendere la loro storia. Quasi come se dovessero pagare il senso di colpa di avere , in Italia, convissuto per cinquant’anni con un partito regime che spesso e volentieri profanava almeno un paio di comandamenti essenziali.

Grave comportamento di una tv nazionale

Si può consentire a una televisione nazionale che ha una concessione pubblica di mascariare un Santo senza contraddittorio e senza elementi concreti trattandolo come un criminale? La libertà di stampa, invocata come se mancasse quando c’è da riproporre vecchi stereotipi, diventa arbitrio indefinito per  colpire con allusioni volgari un Papa difficilmente non amabile anche dai laici. Wojtyla, lo stesso che attraverso il suo corpo malato sdoganava la sofferenza come condizione umana, ha pontificato in un periodo oscuro per la Chiesa.

Anche Ratzinger vittima del chiacchiericcio

Altrettanto ha fatto Ratzinger, pure lui triturato dal chiacchiericcio. Certo, però, il livello raggiunto con il pontefice polacco non ha eguali. La voce dell’esponente della Magliana assumeva la sacralità di una testimonianza credibile quando tranquillamente affermava che Woityla «si portava a letto le ragazzine». Cercare la verità su Emanuela Orlandi è doveroso. E la Chiesa di quegli anni (ivi compresa la sepoltura di De Pedis a Sant’Apollnaire) ha molto da chiarire. Il punto è fin dove arrivano le possibili verità e dove si incrociano con le fantasie deliranti.

Wojtyla e la “timidezza” dei cattolici

La timidezza dei cattolici nel difendere una figura così gigantesca è altrettanto preoccupante. Cosa è accaduto in questi decenni per zittire completamente il mondo cattolico? Forse una supremazia relativista, sicuramente qualcosa che ha mutato la genetica di un Paese che  insegue le sue pulsioni dietrologiche con fare sicuro, non risparmiando nemmeno un Santo. Trafitto più volte.

 

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