A Cantù recitano la preghiera islamica sul sagrato della chiesa: scoppia il caso politico

17 Apr 2023 16:04 - di Martino Della Costa
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Immigrati di fede islamica raccolti in preghiera sul sagrato della Chiesa di San Paolo a Cantù, in provincia di Como. Un rito riservato ai soli uomini, viso a terra e corpo rivolto alla Mecca, l’immagine della celebrazione rituale musulmana di fronte all’abside e all’altissimo campanile della basilica al cui interno è conservata una Sacra Spina della Corona di Gesù, stride con quanto di solito siamo abituati a vedere.

Cantù, immigrati recitano la preghiera islamica sul sagrato della chiesa

Tra i primi a notare e rilevare pubblicamente la bizzarra situazione creatasi con la manifestazione di ieri a Cantù è stato il sottosegretario al Ministero dell’interno, Nicola Molteni. Il quale a caldo ha commentato: «L’immagine della preghiera islamica, riservata ai soli uomini, sul sagrato della Chiesa di San Paolo a Cantù, in occasione di una manifestazione organizzata dalla comunità pastorale locale, non ci può lasciare indifferenti. Anzi, mi preoccupa e mi inquieta profondamente».

Il caso diventa politico

Davvero difficile porre un limite preciso all’accoglienza. Il Bel Paese, si sa, è terra d’ospitalità per eccellenza e la Chiesa per sua natura e professione eleva all’ennesima potenza questa caratteristica. Eppure, quanto accaduto a Cantù non lascia indifferente l’opinione pubblica e, meno che mai, l’osservatorio politico. E così l’episodio monta di ora in ora e diventa un “caso”.

Scontro tra Molteni (Lega) e la Braga (Pd)

Una vicenda che in queste ore ha visto confrontarsi soprattutto il deputato leghista, Nicola Molteni, e la capogruppo del Pd alla Camera dei deputati, Chiara Braga, in replica all’esponente del Carroccio. E con Il Giornale che segue il tracciato della diatriba.

Un caso a metà strada tra dialogo interreligioso e integrazione mancata

Ma facciamo un passo indietro e torniamo a Cantù, per l’esattezza a ieri sera – come spiega il quotidiano diretto da Minzolini – quando, «in occasione della fine del Ramadan, prima nella centralissima Piazza Garibaldi e poi sul sagrato della vicina chiesa di San Paolo, una ventina di associazioni e cooperative locali, insieme alla comunità islamica, hanno condiviso i rispettivi piatti». Poi, la conclusione della serata affidata alla preghiera islamica, con i fedeli del credo coranico raccolti in meditazione e formule religiose sul sagrato della chiesa di San Paolo. Ed è proprio qui che si annida il vulnus della questione.

Molteni attacca: «Inquietante perdita di identità»

Un aspetto delicato, che il deputato leghista sceglie di affrontare da una posizione duplice. Da un lato, il suo intervento punta alla salvaguardia delle radici e dei costumi cristiani del nostro Paese. Dall’altra, a ribadire comunque la legittimità del dialogo interreligioso. Un’approccio e una posizione che portano l’esponente del Carroccio a sostenere che «occupare il sagrato di una chiesa, simbolo della nostra comunità, per concludere la preghiera del digiuno in tempo di Ramadan, non è un segnale di tolleranza. Ma di un relativismo e di un pensiero debole, dominato da una perdita di identità rispetto ai valori occidentali».

Molteni, «il dialogo significa confronto, ma anche rispetto delle regole»

Un doppio binario che porta Molteni a sottolineare però, contestualmente, sia l’importanza del dialogo tra religioni diverse. Che la rivendicazione di un confronto che non può però prescindere dal «rispetto delle regole». Tanto che, come riporta Il Giornale, il deputato leghista aggiunge: «Da anni mi batto per bloccare la realizzazione di una moschea illegale a Cantù… Fino a quando le comunità islamiche non sottoscriveranno le intese previste dalla nostra Carta Costituzionale – conclude Molteni – accettando diritti e doveri, precetti civili e democratici del nostro Paese, (tra i quali la parità uomo-donna), non potrà mai esserci vera integrazione».

La replica del Pd arriva attraverso Chiara Braga

A stretto giro, col caso che monta, arriva la replica della capogruppo del Pd alla camera, Chiara Braga. La quale all’esponente del Carroccio ha replicato sul punto prendendo a prestito le stesse parole del suo interlocutore. «Inquietanti – attacca l’esponente dem – sono le parole del sottosegretario Molteni. Che nel suo ruolo istituzionale si scaglia contro un appuntamento di fratellanza e dialogo interreligioso». Ma il problema di una vera integrazione, per quanto la Braga esorti nella sua replica Molteni a «rispettare chi ogni giorno si impegna per promuovere vera inclusione», resta comunque  aperto…

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