Lo scrittore Emanuele Trevi: rendere un crimine l’utero in affitto è una cosa da “fascisti” (video)
A Dimartedì, la trasmissione di Giovanni Floris su La7, si torna a parlare di maternità surrogata e lo scrittore Emanuele Trevi se ne è uscito con la solita accusa di fascismo. Ma non, come uno si aspetterebbe, contro qualche esponente di governo, secondo un’abitudine ormai consolidata.
No, Trevi cambia copione e premette che lui ha dubbi sull’utero in affitto però renderlo un crimine internazionale è “un’infamia”, una cosa “fascista”. Bisognerebbe invece avere “empatia”. Giorgio Mulè, presente anche lui in studio da Floris, gli ha replicato dicendo che usare il corpo delle donne per fare figli in quel modo è semmai una pratica “nazista”. Ma Trevi ribatte: “Lei deve rispettare delle persone libere che fanno un contratto”.
Da ricordare altre “perle” dello scrittore Trevi, vincitore del Premio Strega. In riferimento al soggetto no vax disse che si trattava a suo avviso di “un cretino tendenzialmente fascista, che nutre sentimenti ingiustificati di rancore verso il sapere autentico, sostituito da notiziole senza capo né coda ricavate dal telefonino”. Il giorno del voto politico in Italia osservò poi che non ci si poteva fidare di Giorgia Meloni la quale, scrisse, “avrà sempre qualche fascista da accontentare”.