Lo sberleffo della borseggiatrice Rom al Pd: “In metro guadagno mille euro al giorno, fotografatemi pure”
La consigliera del Pd che si è indignata per le foto e i video diffusi sul web delle borseggiatrici Rom che imperversano sulle metropolitane, può dormire sonni tranquilli: a loro non gliene frega niente, anzi. Guadagnano così tanto e in modo così indisturbato, e quando vengono prese escono subito perché spesso sono incinta, che tutta la polemica politica di questi giorni neanche le ha sfiorate. Lo dice, questa mattina, al “Corriere della Sera“, una delle ladre bosniache che si tramandano di generazione in generazione il “mestiere“. E quello che si legge fa accapponare la pelle.
La borseggiatrice Rom si confessa: “Mi sento in colpa..”
La ladra si vanta: “Mantengo io la famiglia: mando i soldi a casa e non sono pochi. È capitato che in un giorno mettessi in tasca 1.000 euro, un’eccezione, perché anche 500 sono una fortuna ora che la gente gira con poco contante. Io però ho pazienza. Sette giorni su sette, dalla mattina alla sera“. Una borseggiatrice indefessa, che dire. Eppure dichiara di avere una bella casa di proprietà in zona Niguarda. “La condivido con amiche e parenti: le mie colleghe di scippi. Io però preferisco muovermi da sola o al massimo in coppia, tra Duomo e Centrale, per non dare nell’occhio. Guardi che affollamento, quante persone: ne studio i volti, le movenze, infine battezzo la vittima”, è il suo racconto. “Mi apposto nei pressi dei distributori automatici di biglietti, così posso vedere dove il passeggero ripone il portafoglio. Quando decido di entrare in azione, seguendo il soggetto a mio giudizio più vulnerabile, spesso donne, mi sfilo il giubbotto e me lo porto al braccio, nascondendo la mano con cui frugherò nella sua borsa. Se pesco uno smartphone va bene uguale”.
Il “mestiere” ereditato dai genitori
Sì, ammette. Il mestiere glielo hanno insegnato i genitori. “Loro adesso vivono in Spagna, in una seconda casa di proprietà. Una delle mie sorelle s’è ribellata a questa vita, fuggendo, e so che è diventata parrucchiera. Non abbiamo più rapporti e si vergogna del suo cognome. È stata nostra zia a iniziarci. A 13 anni, ci insegnava il mestiere nella metropolitana di Roma. Tuttora mi divido tra Milano e la Capitale, dove abbiamo un altro tetto. Mi sposto in treno, non ho la patente né una vita sociale: mio marito è molto geloso. Mi concedo giusto qualche cena al ristorante”. Con i soldi degli scippati, andrebbe ricordato al Pd… Ma lei dei video messi sul web per avvisare i passeggeri, non gliene frega niente. “Sì’, mi dà fastidio. Ma non reagisco quando qualcuno mi riprende. Altre borseggiatrici sono più aggressive. Rubare a Milano è diventato più difficile. I passeggeri ci riconoscono. Temo invece la concorrenza. Ci sono ladre itineranti che nel weekend raggiungono Milano in camper”. E se la prendono? “Con un bimbo appena nato: non corro nessun rischio. Non mi portano più nemmeno in caserma. Prima ci finivo anche più volte al giorno: sempre rilasciata perché incinta o in quanto madre di neonati”.