L’imam che dà ragione alla Meloni e spiazza soloni e sciacalli: “Bisogna combattere le migrazioni di massa”
Si chiama Hassen Chalghoumi, ed è il presidente della Conferenza degli imam di Francia. E in queste ore si trova in Italia per presentare il suo ultimo libro dal titolo emblematico Liberare l’Islam dall’islamismo. Un tema che abbraccia molti argomenti intrinsecamente connessi. Oltre che di stringente attualità, che l’autorità religiosa islamica affronta con una fermezza di posizione che, in giorni di sciacallaggio della sinistra sulla tragedia di Cutro. Interminabili sessioni di polemiche strumentali solo a fini di mero consenso, non può prescindere dalla questione migranti e dal dramma di flussi inarrestabili. Ed è sul punto che, quanto dice l’imam, si avvicina molto a quanto sostenuto dal governo Meloni, e ribadito ancora ieri nel Cdm in Calabria.
L’imam come la Meloni: “Bisogna arginare le migrazioni di massa”
A riferire le sue dichiarazioni in occasione della presentazione della sua ultima fatica editoriale è Il Giornale, che tra le osservazioni messe a punto oggi da Chalghoumi riporta: «Combattiamo gli islamisti. L’immigrazione va regolamentata». Aggiungendo alle asserzioni una ferma condanna delle «migrazioni di massa» che, a detta dell’imam, rappresentano un fenomeno che va affrontato alla fonte. Ossia, «nei Paesi dove ci sono i conflitti». Anche perché, sottolinea, se per esempio «lo Stato tunisino collassa, ci saranno migliaia di migranti»… E così via, per ogni realtà similare. Allora, ribadisce il presidente della Conferenza degli imam di Francia, la via d’uscita non può che essere quella di lavorare con i governi dei Paesi del Nord-Africa, soprattutto a livello di frontiera. Perché «se sono garantiti istruzione e lavoro, nessuno viene in Italia».
Immigrazione incontrollabile, il fenomeno va combattuto alla fonte
Ma, come noto, in questo specifico ambito gioca un ruolo controverso la flotta delle Ong. Che in una continua battaglia in mare aperto – che, denuncia l’imam, ha trasformato «il Mediterraneo in un cimitero». Perpetrando ad ogni tragedia del mare «una vergogna per l’umanità» – svolgono un ruolo fondamentale. «Se salvano realmente le vite – spiega Chalghoumi – il loro lavoro è lodevole. Ma se fanno il gioco degli scafisti è vergognoso». Non solo. Con altrettanta chiarezza, l’imam tunisino che arriva da oltralpe, nella sua lucida disamina prova a guardare alla questione delle ondate di sbarchi anche dal punto di vista dei migranti. Sui quali, rispetto alla continua escalation di un’immigrazione di massa, sottolinea come un fenomeno indiscriminato come quello che stiamo diventa ingovernabile. E genera gioco forza situazioni di degrado.
L’imam sulla linea del nostro governo: «La soluzione non può che essere quella di lavorare con i Paesi del Nord-Africa»
Situazioni che, talvolta, eguagliano. Talvolta possono addirittura superare, le condizioni di vita da cui fuggono. È una mancanza di rispetto», sentenzia allora Chalghoumi. Convinto che l’immigrazione di massa vada gestita attraverso flussi regolari anche proprio a beneficio dei migranti stessi. «A meno che non ci sia un’emergenza umanitaria come in Siria». Quindi, critico sul modello francese che meglio conosce da vicino, dichiara: «Anche in Francia c’è immigrazione», ricorda l’imam. «Con l’ingresso caso per caso. Regolarizzando persone che meritano», spiega Chalghoumi, riferendosi all’idea del governo Meloni di intensificare gli accordi con i Paesi del Nord Africa per incrementare l’arrivo di migranti regolari.
Questione “accoglienza” e integrazione: l’affondo contro il modello francese
«Chiunque può prendere posto in Europa, purché vi sia l’integrazione», sostiene l’imam. Il quale non si esime dal criticare un fenomeno ancora di difficile governance nelle grandi città francesi: quello delle banlieu. Ma è sul finale – riportato dal quotidiano diretto da Minzolini – che l’imam affida a una considerazione molto critica, che arriva la sferzata. «In Francia non si è riusciti a fare un mix tra connazionali e stranieri», denuncia Chalghoumi. Quindi puntualizza: «C’è del razzismo in Francia, ma la Francia non è razzista». Casomai, è la sinistra radicale francese a «bloccare le nuove generazioni, anche difendendo gli islamisti», continuando a parlare del colonialismo e a puntare il dito contro, quando invece si dovrebbe «guardare più all’avvenire».