Inchiesta Open, show di Renzi in tribunale con «quaderno rosso per toga rossa». L’ira del pm

10 Mar 2023 17:07 - di Francesca De Ambra
Renzi

«Quaderno rosso per toga rossa». Di tutto si potrà accusare Matteo Renzi, tranne che manchi del senso della scena. Anzi, ne ha fin troppo, come dimostra la sortita che lo ha visto protagonista questa mattina all’interno del Palazzo di giustizia di Firenze. Era lì in veste di imputato per una vicenda relativa a presunti finanziamenti irregolari alla Fondazione Open, che tra il 2012 e il 2018 organizzava la kermesse della Leopolda. In calendario c’era l’udienza preliminare. Renzi ha fatto il suo ingresso con in mano, appunto, questi quaderni dalla copertina rossa. Non erano vuoti, ma contenevano i venti capi d’accusa oggetto della denuncia disciplinare contro i pm fiorentini che hanno indagato Renzi, Luca Turco e Antonino Nastasi.

Battibecco tra Renzi e il rappresentante dell’accusa

Il primo è una “toga rossa” ed è proprio a lui che l’ex-premier ha polemicamente dedicato la sua iniziativa. Non tutto, ovviamente, è filato liscio. La distribuzione del quaderno ha infatti acceso un battibecco tra pm e imputato. Quando il primo è arrivato, questi era già in aula. E, com’era prevedibile, ha contestato l’iniziativa. La reazione di Renzi è stata, però, veemente: «Ma come si permette? Lei non ha alcun titolo per dirmi che cosa portare e cosa no. Decide il giudice, non lei. Faccia il suo e non si permetta». Clima rovente. Che poi si è trasferito nelle schermaglie procedurali, con le eccezioni sollevati dalla difesa cui ha fatto seguito la richiesta di rigetto da parte della Procura.

Nell’indagine anche la Boschi e Luca Lotti

Sul punto il giudice scioglierà la riserva il 12 maggio prossimo. Il successivo 6 giugno, invece, toccherà alla Corte costituzionale riunirsi per discutere il conflitto di attribuzione tra i poteri dello Stato. A sollevarlo è stato il Senato dopo aver accolto la richiesta di Renzi circa taluni atti che sarebbero stati compiuti dai magistrati fiorentini in spregio delle prerogative dei parlamentari, tutelate dalla Costituzione. Tra le dieci persone imputate figurano anche Maria Elena Boschi, l’ex deputato del Pd Luca Lotti, cui viene contestato anche un episodio di corruzione, e l’imprenditore Marco Carrai. Secondo la Procura, sui conti della Fondazione Open sarebbero transitati 3,5 milioni di euro in violazione della legge sul finanziamento ai partiti.

 

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