Crotone, nessun giallo sul rimpatrio delle salme: pagherà il governo e saranno trasferite col consenso dei familiari
“Al cimitero islamico di Bologna andranno soltanto le salme i cui familiari hanno dato il consenso. Tutte le altre resteranno per ora alla camera ardente di Crotone fino a quando non si risolveranno i problemi di carattere burocratico. Il governo sosterrà i costi per il rimpatrio per tutte le famiglie delle vittime“. A dare l’annuncio, nel pomeriggio, è stato il sindaco di Crotone, Vincenzo Voce, che ha incontrato, davanti al Palamilone i familiari delle vittime, che avevano occupato la sede stradale in segno di protesta contro il trasferimento che era stato inizialmente previsto per oggi, al cimitero di Bologna, contro la volontà delle famiglie”. Una protesta immediatamente strumentalizzata dalla sinistra e che invece si è risolta dopo un chiarimento che ha sciolto la tensione dei familiari delle vittime del naufragio di Cutro.
Le salme da rimpatriare e l’accordo col governo
Grazie alla mediazione della Prefettura e del sindaco Voce si è arrivati dunque a una soluzione. A Bologna entro oggi andranno, con l’accordo delle famiglie, 14 salme per le quali il Comune di Cutro ha già rilasciato i certificati necessari. Le 17 salme delle vittime per le quali le famiglie hanno deciso il trasferimento in Afghanistan resteranno al momento a Crotone. “Le vittime del naufragio che devono andare in Afghanistan non si muoveranno da qui finché non sarà concluso un accordo con le agenzie funebri che le porterà a Kabul”, annuncia il sindaco Voce ai familiari. “Le salme che saranno portate al cimitero islamico potranno partire da subito – dice poi con l’aiuto di un interprete – andranno a Bologna solo le salme che hanno avuto l’ok dei parenti”.
“E‘ stata appena contattata una agenzia funebre tedesca e il trasferimento avverrà da Crotone in Germania e dalla Germania a Istanbul e da lì a Kabul“, aggiunge il primo cittadino. “Non è un problema finanziario ed economico – aggiunge – perché il Viminale ha dato l’ok e anche il Presidente della Regione Calabria ha dato l’ok, dunque non è un problema finanziario. Per i privati che stanno operando per conto proprio non c’è alcun problema, possono uscire quando vogliono fuori da qua. Ovviamente chi deve andare in paesi come l’Afghanistan ci vuole il passaporto mortuario e in questo il comune di Cutro provvederà a rilasciarlo, per tutte le altre vittime è sufficiente il certificato di morte e basta”.
Il ruolo del sindaco di Crotone
Ma i parenti chiedono prevalentemente una sola cosa: “Chi pagherà?”. “L’agenzia manderà il preventivo alla prefettura che darà l’ok – dice ancora il sindaco Voce – Cercate di capire, il Comune di Crotone ha già fatto una delibera di giunta per sbloccare 30 mila euro e sta provvedendo, per portare 5 salme in Germania e due in Iran. Le amministrazioni non sono privati cittadini sono anche dei limiti delle norme che dobbiamo rispettare. Però ribadisco che non è un problema di soldi, la cosa importante è che a Bologna le vittime non ci andranno senza il consenso dei familiari, mentre tutti gli altri se ne vanno. Tenete conto di un altro aspetto, importante. Stanno arrivando ancora familiari per riconoscere i propri cari. E’ vero che sono passati 11 giorni, a ancora il riconoscimento non è stato completato”. Ma un afghano chiede? “Possiamo avere una lettera scritta con le tue parole, sindaco?”.
La replica: “Io ci sto mettendo la faccia”. “L’aspetto delicato poteva essere quello dei soldi ma non lo è, così come stanno facendo due privati che stanno portando i propri cari in Germania da qui”. “Il Presidente Mattarella è venuto a esprimere solidarietà e adesso è il governo che provvederà a tutto ciò che le famiglie hanno deciso di fare- conclude – ci sono dei tempi da rispettare, le salme che usciranno da qui usciranno solo con la volontà delle famiglie”. Poi aggiunge: “C’è un gruppo che andrà in Afghanistan e siamo in attesa di preventivi, accettazione di preventivi da parte della prefettura”. Poi, prima di andarsene chiede ai familiari: “Adesso, per favore sciogliete il sit in e liberate la strada”. Ma per ora i familiari non hanno deciso cosa fare. Si stanno incontrando per decidere.