Cgil, il guastafeste Calenda “gela” Schlein e Conte: «Con questi non governerò mai»

16 Mar 2023 15:48 - di Michele Pezza
Cgil

La foto di gruppo sul palco della Cgil, alla sua seconda giornata di congresso, ci consegna l’immagine di un’opposizione tanto vogliosa di predicare unità quanto restia a praticarla. Maurizio Landini li ha messi tutti intorno al tavolo con l’obiettivo di favorirne l’amalgama, ma è il primo a rendersi conto che il tempo non è maturo. Basta seguire l’andamento del confronto: Elly Schlein rilancia l’idea del salario minimoGiuseppe Conte sfoggia l’aria di chi ne rivendica la paternità. In mezzo Nicola Fratoianni, frastornato come un bambino indeciso se parteggiare per mamma o per papà. Ma il ruolo del guastafeste se lo intesta soprattutto Carlo Calenda, pur favorevole alla misura.

Opposizione divisa

«Non potrei governare con le persone che sono qui oggi perché, innanzitutto non condivido la linea di politica estera, la posizione sul Jobs act e la linea su ambiente e rigassificatori», dice il leader di Azione. Parole che pronunciate al congresso della Cgil somigliano a una pietra tombale sulle pur legittime aspirazioni all’unità da parte dell’opposizione. Non deve sorprendere: l’appuntamento elettorale del prossimo anno, le elezioni europee, si basa sul sistema proporzionale. Come a dire che le ragioni della sinistra possono attendere. Ne è indizio formidabile il duello a bassa intensità tra la Schlein e Conte, entrambi consapevoli della contiguità dei rispettivi bacini elettorali. L’una toglie voti all’altro e viceversa.

Domani la Meloni al congresso della Cgil

E quando le cose stanno così, un conto è parlare di «battaglie comuni», un conto è farle. Anche se Landini ha apparecchiato la mensa disponendo sul tavolo tre obiettivi precisi: salario minimo, riduzione dell’orario lavorativo a parità di salario, settimana lavorativa di quattro giorni. Ma il leader della Cgil sa che, al momento, deve accontentarsi delle petizioni di principio, degli impegni a futura memoria e del rinvio a future quanto ardimentose battaglie. Non a caso, le parole della Schlein che chiudono la giornata sono inequivocabili: «Dobbiamo continuare questo confronto». Segno che il presente non offre nulla oltre la interlocuzione tra rivali. A Landini non resta che  prenderne atto. Domani, intanto, arriva Giorgia Meloni. Hai visto mai…

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