Bologna, il racconto del pestaggio degli squadristi rossi: “Io a terra e in sei mi prendevano a calci” (video)
“Ci hanno sorpreso appena usciti dall’università. Erano almeno in venti, forse anche di più, qualcuno impugnava un’asta di una bandiera, quella che avevamo portato per mettere la nostra di ‘Azione Universitaria’, un altro aveva un moschettone che utilizzava come tirapugni. Ci dicevano ‘merde’, ‘via da Bologna’, ‘dovete andare via di qua’, ‘fascisti di merda’ e poi ci hanno aggredito con calci e pugni, infierendo, come nel mio caso, quando eravamo già a terra. Era il 19 maggio scorso, ma ricordo i giorni successivi, lo choc, la difficoltà a rimuovere quelle immagini dalla mia testa”.
Il racconto di Alessio, uno dei ragazzi picchiati a Bologna
Così racconta il pestaggio all’Adnkronos Alessandro (nome di fantasia) uno degli esponenti del movimento “Azione Universitaria” aggrediti all’uscita della facoltà di via Zamboni, a Bologna, dove si tenevano le elezioni universitarie. Oggi la conclusione delle indagini e l’iscrizione di otto ragazzi, tra i quali anche una ragazza, nel registro degli indagati. Il video di alcuni momenti dell’aggressione è stato postato su Fb dal sottosegretario Galeazzo Bignami con preghiera di diffusione. Un messaggio che è anche un segnale politico importante alla vigilia della “marcia” antifascista a Firenze che vedrà schierati anche Schlein e Conte.
Ci sono venuti addosso in venti e non avevamo fatto nulla
“Era appena finito lo spoglio dei voti – continua Alessandro – quando siamo usciti per andare a prendere una birra – racconta Alessio – tempo 4, 5 secondi, ci siamo ritrovati davanti, intorno, ovunque, una ventina di persone che ci sono venute addosso inizialmente con insulti, minacce e spintoni, dopo di che sono partite anche le percosse. Sono stato rincorso da almeno 5, 6 persone, buttato a terra e preso a calci. E la cosa paradossale è che non stavamo facendo assolutamente nulla. Tra l’altro eravamo insieme ad altre associazioni universitarie, con noi c’erano anche ragazzi di centrosinistra, l’ambiente era sereno. Evidentemente gli era arrivata voce che eravamo lì e ci hanno aspettato fuori. Ci hanno riconosciuto dalle bandiere che avevamo, dai simboli sulle nostre maglie, indossate proprio per le elezioni, per quello che sarebbe dovuto essere un momento bello di festa”.
Alessio: “Quei momenti non li auguro a nessuno”
“E’ stata un’ aggressione inaspettata, quei momenti non li auguro a nessuno – ricorda Alessandro all’Adnkronos – Io a Bologna faccio attività nel giovanile ma anche col partito da 6 anni e tra volantinaggi, banchetti, convegni, il minimo che riceviamo ogni volta sono insulti e minacce. Qui è la normalità, talvolta sono solo sputi altre volte aggressioni violente come questa. E’ successo anche sotto le elezioni regionali nel 2019 ad un banchetto di Fratelli d’Italia: a Bologna per un ragazzo di centro destra è molto difficile e pericoloso fare attività. Noi siamo sempre stati in grado di gestire le situazioni, non abbiamo mai reagito perché sappiamo poi come finiscono queste situazioni. Facciamo la nostra attività perché ci piace, non contro qualcuno”.