Banche, Tremonti: «Il nemico è la speculazione. Ora nuove regole e più politica»
L’immagine iconica della fine del primato della politica a vantaggio della tecnica Giulio Tremonti la fissa nei capi di Stato e di governo in prima fila ad applaudire il cambio della guardia tra Mario Draghi e Christine Lagarde al vertice della Bce. «Non credo – sottolinea l’ex-ministro in un’intervista alla Stampa – che De Gasperi, Adenauer, De Gaulle, Kohl, Mitterrand o Cossiga lo avrebbero fatto». Lo spirito del tempo è tutto qui. Il presente, intanto, ci presenta il conto sotto forma di banche fallite, come la Silicon Valley Bank, o afferrate per i capelli come Credit Suisse. «La crisi del 2008 non è mai finita – spiega Tremonti -. Siamo passati dall’austerity alla liquidity. Con il risultato che la massa monetaria non si contabilizza più in miliardi, ma in trilioni e vale tre volte la ricchezza economica globale. Oggi la situazione è più grave di 15 anni fa».
Così Tremonti in un’intervista alla Stampa
Sono le conseguenze di una globalizzazione «troppo veloce e senza regole». Una deregulation cominciata a cavallo tra i ’90 e il nuovo millennio quando negli Usa c’era Bill Clinton. «Nel 1999 ha abrogato la legge Roosevelt del 1933 che – ricorda Tremonti – teneva distintele le banche commerciali da quelle d’investimento impedendo alle prime di utilizzare i soldi raccolti con il risparmio dei clienti per operazioni speculative». Così come fu Clinton a legittimare i derivati speculativi e, infine, a favorire la trasformazione delle banche da società a responsabilità illimitata a limitata.
«Europa ossessionata dal green»
Non per niente, dopo arrivano la crisi del 2007 e il fallimento della Lehman Brothers, entrambi innescati dai Subprime. «Che sono la fase due della globalizzazione», sottolinea Tremonti. La fase tre è la speculazione in atto. Sul punto l’esponente di Fratelli d’Italia è molto critico con l’acquisto dei titoli del debito sovrano da parte delle banche che poi lo hanno piazzato alla Bce. «Un processo che ha trasformato la Banca centrale in un hedge fund intossicato e mezzo fallito. Il problema è l’Europa, che «non ha ancora evidente la follia della dimensione finanziaria». L’ex-ministro ne accusa «l’eccesso di suggestione ambientale» testimoniato dalle auto elettriche e dalle case green. «Ma il vero nemico – avverte Tremonti – è nella speculazione che ha appena cominciato il suo sinistro lavoro».