Anarchici, lettera di Cospito dal carcere: non subisco ricatti, pronto a morire contro il 41 bis

3 Mar 2023 16:54 - di Roberto Frulli

La mia lotta contro il 41 bis è una lotta individuale da anarchico, non faccio e non ricevo ricatti. Semplicemente non posso vivere in un regime disumano come quello del 41 bis”, ha scritto, a fine gennaio, Alfredo Cospito, l’anarchico in sciopero della fame per protestare contro le condizioni carcerarie in cui si trova, in una lettera di due pagine ‘rimbalzata’ su alcuni profili social.

Seppellito vivo in una tomba, in un luogo di morte. Porterò avanti la mia lotta fino alle estreme conseguenze, non per un ‘ricatto’ ma perché questa non è vita – ha scritto Cospito dal carcere milanese di Opera dove è stato riportato qualche giorno fa dopo un ricovero in ospedale per monitorare le sue condizioni di salute, comunque non preoccupanti, dovute allo sciopero della fame che sta portando avanti. – Se l’obiettivo dello Stato italiano è quello di farmi ‘dissociare’ dalle azioni degli anarchici fuori, sappia che io ricatti non ne subisco. Da buon anarchico credo che ognuno sia responsabile delle proprie azioni” aggiunge Cospito. Che, galvanizzato dall’appoggio della sinistra e dalla visita in carcere di quattro esponenti Pd, rivendica “con orgoglio” quanto fatto e spiega nella sua visione che contempla l’antiorganizzazionenon posso dissociarmi da alcuno“.

Mi avete prima mortificato come il terrorista sanguinario, poi mi avete santificato come l’anarchico martire che si sacrifica per gli altri, adesso mortificato di nuovo. Quando tutto sarà finito, non ho dubbi, portato sugli altari del martirio. Grazie no, non ci sto, ai vostri sporchi giochetti politici non mi presto”, polemizza Cospito.

“In realtà il vero problema dello Stato italiano è quello che non si venga a sapere tutti i diritti umani che vengono violati in questo regime, il 41 bis, in nome di una ‘sicurezza’ per la quale sacrificare tutto. Ci dovevate pensare prima a mettere un anarchico qui dentro, non so le reali motivazioni o le manovre politiche che ci sono dietro” aggiunge.

“Sono convinto che la mia morte porrà un intoppo a questo regime e che i 750 che lo subiscono da decenni possano vivere una vita degna di essere vissuta, qualunque cosa abbiano fatto. (…) Proprio perché amo la vita non posso accettare questa non vita senza speranza” conclude il “mai piegatoCospito.

Cospito rispedisce alla magistratura, che ha chiesto per lui l’applicazione del 41 bis, le accuse di ‘indirizzare’ altri. “Quando ero al regime di alta sorveglianza avevo comunque la censura e non ho mai spedito ‘pizzini’ ma articoli per giornali e riviste anarchiche”.

Oggi sono pronto a morire per far conoscere al mondo cosa è veramente il 41 bis, 750 persone lo subiscono senza fiatare”, annuncia Cospito.

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