Stangata Ue sulla casa “green”, FdI voterà contro. L’allarme di Federproprietà nell’incontro con Osnato

8 Feb 2023 20:22 - di Lucio Meo

Casa green, c’è lo stop dei conservatori europei capeggiati da FdI. ”Il percorso parlamentare della direttiva sull’efficientamento energetico sta peggiorando il testo licenziato dalla commissione Ue. Siamo tutti d’accordo del fatto che un edificio in grado di consumare meno energia sia un obiettivo utile da conseguire, innanzitutto sul fronte del risparmio in bolletta, prima ancora che su quello dell’impatto sull’ambiente”. Così in una nota gli eurodeputati di FdI-Ecr Nicola Procaccini, responsabile Ambiente ed Energia di FdI e Pietro Fiocchi, componente della commissione Energia.

Casa e norme “energetiche”: il no di Fratelli d’Italia

“D’altra parte -sottolineano- l’emendamento di compromesso che si voterà domani in Commissione ITRE non va nel senso che noi auspicavamo, ovvero di una maggiore ragionevolezza e flessibilità, ma anzi va nella direzione di un ulteriore radicalismo ed irrigidimento rispetto agli obiettivi che vengono posti. Alla luce di questo noi, come gruppo ECR, voteremo contro l’emendamento di compromesso e la proposta in generale. Faremo del nostro meglio per far approvare emendamenti che possano correggere il tiro ma, considerato questo indirizzo, pare evidente che quando si arriverà al voto in Plenaria, non potremo che opporci in maniera decisa a questa proposta”.

“Resta da sperare che in fase di trilogo, il Consiglio europeo -sottolineano- possa come capita spesso, far valere il suo pragmatismo e quindi correggere gli indirizzi di Commissione e Parlamento europeo, improntanti di un radicalismo che non aiuta l’ambiente e di sicuro danneggia pesantemente l’economia. Svalutando al contempo il patrimonio immobiliare delle famiglie italiane che, a differenza del resto d’Europa, sono molto spesso proprietarie delle case in cui vivono”.

Le preoccupazioni di Federproprietà

Federproprietà-Arpe ribadisce “le forti preoccupazioni più volte espresse circa i gravi rischi che incombono sulla casa e sul risparmio degli italiani ove la Direttiva Ue dovesse passare come proposto dalla Commissione Europea ed ha ribadito la sua opposizione ad un programma di efficientamento dai ritmi così serrati che non solo sarebbe irrealizzabile nel nostro Paese senza il contributo da parte dell’Ue con cui sovvenzionare gli interventi a favore dei ceti medio-bassi ma soprattutto comporterebbe l’inevitabile svalutazione di tutto il nostro patrimonio edilizio, creando speculazioni immobiliari di cui potrebbero beneficiare soltanto fondi speculativi e società finanziarie internazionali”, dicono il presidente Giovanni Bardanzellu, ed il senatore Riccardo Pedrizzi, responsabile del Settore Finanze e Tesoro dell’associazione. Insieme, hanno incontrato l’onorevole Marco Osnato, presidente della VIa Commissione Finanze e Tesoro della Camera, per affrontare le varie problematiche che interessano i proprietari di immobili. In particolare, hanno rappresentato il punto di vista associativo in ordine alla Direttiva Europea sull’efficientamento energetico degli immobili (raggiungimento della classe energetica E al 2030 e di quella D al 2033 per i residenziali).

La minaccia della direttiva Ue

La Direttiva europea, infatti, non tiene in alcuna considerazione la profonda diversità del patrimonio edilizio italiano rispetto a quello degli altri Paesi europei, -oltretutto costituito da immobili realizzati in epoche anche molto lontane nel tempo ed in contesti unici dal punto di vista territoriale, storico, artistico, culturale.

Questo patrimonio edilizio, secondo i due dirigenti di Federproprietà è tradizionalmente di proprietà diffusa dei privati, delle famiglie, che per questo “sogno” hanno finalizzato da sempre i propri risparmi; (si calcola che siano circa 10 milioni le famiglie, che dovrebbero eseguire lavori fra il 2030 ed il 2033, con costi di migliaia di euro per ogni appartamento). Secondo Federproprietà-Arpe, ancora prima di imporre l’efficientamento energetico, bisognerebbe affrontare il problema della messa in sicurezza di questo patrimonio che per la fragilità del territorio deve sopportare gravissimi eventi sismici e calamitosi, che frequentemente funestano il nostro Paese: realizzare “il cappotto termico” di un edificio senza preoccuparsi di verificarne la salute strutturale appare illogico ed incoerente.

La necessità di garantire il patrimonio immobiliare degli italiani

Su questo tema già nel corso della XVIa e della XVIIa Legislatura erano stati presentati disegni di legge su iniziativa di alcuni Senatori di diverse forze politiche, che prevedevano l’istituzione di un’assicurazione obbligatoria sui fabbricati ed un fondo per la messa in sicurezza e l’efficientamento energetico alimentato anche in quota parte da un premio di assicurazione, sul quale anche l’Ania aveva espresso parere favorevole in varie occasioni.cE’ stato espresso, in conclusione, al presidente della Commissione Finanze della Camera la fiducia di Federproprietà nel nuovo governo nella certezza che possa affrontare e risolvere non solo le questioni esposte nel corso dell’incontro relative all’efficientamento energetico previsto dalla direttiva europea, ma soprattutto tutti i problemi inerenti alla difesa dei proprietari di case che rappresentano l’83% della popolazione italiana.

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