Rinchiusa in un box dal fidanzato e costretta a mangiare rifiuti: l’incredibile storia di una 18enne
Torture, violenze e sequestro in un box. L’incubo di una diciottenne termina con la condanna del fidanzato-aguzzino a 12 anni e mezzo di carcere; e 100 mila euro di risarcimento danni. Lo hanno deciso i giudici del tribunale di Roma nella sentenza a carico di Alessandro Cuozzo. Che, tra il 2018 al 2020, aveva strappato alla famiglia una 18enne. Poi costretta poi a subire rapporti sessuali, umiliata e rinchiusa in un box. Inoltre la ragazza, che aveva lievi problemi psichici, era costretta a lavorare per poi spendere i soldi che guadagnava in videogiochi. L’uomo è stato condannato con le accuse di violenza sessuale ed estorsione, ma assolto per la riduzione in schiavitù. Repubblica nella cronaca romana racconta la vicenda, andata avanti per 24 mesi. La vicenda- horror è avvenuta avvenuta alla periferia di Roma. Un’indagine dei carabinieri che ha portato alla luce una realtà fatta di vessazioni quotidiane: sembra un racconto dell’orrore, ma non lo è.
Barbarie indicibile alla periferia di Roma: l’uomo condannato a 12 anni e mezzo
Il letto, una sedia di plastica, e un piumone. Sono gli unici oggetti che hanno arredato il box in largo Bestia, Anagnina, dove la ragazza, che oggi ha 22 anni, italiana, ha vissuto da prigioniera per sette mesi. Senza mai potersi lavare. Nemmeno i denti. Costretta a mangiare persino i rifiuti. A obbligarla a stare chiusa in un garage, circondato all’esterno dai topi, è stato il compagno, Alessandro Cuozzo, 27 anni, finalmente condannato. L’incubo vissuto da Sofia è durato ben più dei sette mesi di prigionia. Per sottrarsi al controllo del 27enne ha impiegato altri 22 mesi, quasi due anni. Durante i quali è stata violentata diverse volte.
Violenze inaudite: finisce l’incubo
Violenze inaudite. Ricostruisce La Stampa. «Le vietava di alzarsi dal letto per espletare le esigenze fisiologiche prima che lui si fosse svegliato; le impediva di piangere perché il fatto lo infastidiva; una notte per punirla la faceva dormire in una sedia». E poi ancora la prendeva a bastonate, l’aveva costretta a non aver più alcun rapporto con la madre. Umiliata fino alla fine. Una barbarie indegna di un essere umano. La difesa di Cuozzo ha fatto ricorso in Appello. L’uomo è agli arresti domiciliari.