Lo strano caso della morìa di pesci nei canali di Venezia. Gli esperti sgomenti: non c’è spiegazione
C’è una strana moria di pesci a Venezia. In concomitanza con i giorni di acqua bassa persistente che permettono di vedere con nitidezza i fondali del centro storico. Non c’è una spiegazione, leggiamo su Nuova Venezia. Che dà conto di vero e proprio allarme ambientale, per ora inspiegabile. Claudio Vernier, presidente dell’associazione dei commercianti di piazza San Marco ha raccontato al sito di essere uscito di casa attorno alle 7. E e di essersi trovato di fronte alla insolita scena da fondamenta Cà Balà: «Si vedevano molti pesciolini morti lungo il canale, mentre a 30-40 centimetri di profondità si notavano anche alcuni agonizzanti. La cosa mi ha stupito e preoccupato: perché sebbene ci sia bassa marea, ho pensato di avvisare le forze dell’ordine; affinché verifichino che non ci siano questioni ambientali».
Pesci morti a Venezia: gli esperti
La corrente, ha fatto sapere l’esercente, proveniva dal Canal Grande verso il canale della Giudecca. La bassa marea è un fenomeno ciclico che interessa la laguna nel periodo invernale, ma che in questi giorni tiene banco per l’alta visibilità che si registra. A fornire i dati di quanto sta accadendo, con canali quasi del tutto prosciugati, è Alvise Papa, responsabile del Centro maree del Comune di Venezia. Difficile però – ammette- ipotizzare un legame tra la poca acqua in città e la morte dei pesci. Secondo l’esperto «in quella zona il Canal Grande ha una profondità di 5-6 metri, mentre quello della Giudecca è sui dodici, pare improbabile che vadano a morire proprio in quel canale, dove tra l’altro c’è molta corrente». «Inoltre questa notte non c’è stata una minima importante, con valori positivi, quindi escluderei il fenomeno bassa marea”.
Pesci morti a Venezia: la bassa marea non spiega tutto
Impossibile, per ora, fornire una spiegazione convincente al fenomeno dei pesci che muoiono, è la tesi anche del biologo del museo di Storia Naturale, Luca Mizzan, che preferisce restare vago: «Le ipotesi – dice al sito Msn- sono talmente tante che dire una fesseria è un attimo. “Tre settimane fa si sono registrate le prime segnalazioni di pochi esemplari di cefali che morivano in zona Sant’Angelo: sarebbe da capire quali specie ci sono, perché in laguna se ne trovano di 5-6 tipologie; una delle quali è soprannominata ‘magna giasso’ (ghiaccio) perché vive sotto il ghiaccio a temperature rigide. Altre invece – aggiunge- soffrono di più la laguna”. Altri episodi in questi giorni si sono notati anche a Sant’Elena e in Bacino Orseolo e in rio de la Tana, all’Arsenale: «Normalmente i cefali quando ci sono temperature basse si portano alla foce dei fiumi, cercano acque più miti, ma se lo fanno in zone con poco ricambio d’acqua – conclude – allora rischiano di togliersi l’ossigeno».