Berlusconi sul Sanremo Amadeus-Morandi: «Il festival ha cambiato pelle, ha assunto connotati ideologici»
Si chiude il Festival di Sanremo si aprono le urne per le regionali per quegli spettatori-elettori chiamati a decidere il governo di due Regioni importanti come la Lombardia e il Lazio. Due eventi dalla caratura diversa per cui mai come quest’anno – con un’edizione della kermesse trasformata in «una tribuna elettorale» alla vigilia del voto – si fa fatica a individuare una linea di confine netta e precisa. Perché è innegabile che la lunga maratona sanremese ha avuto un taglio marcatamente politico che, strizzando l’occhio alla sinistra in modo sfacciato, ha segnato a caratteri di fuoco l’intera settimana pre-elettorale. A sottolinearlo, tra commentatori e polemisti, Silvio Berlusconi, che in un’intervista a Il Giornale enuclea i punti di collisione tra i due eventi, pur tenendo a precisare che il suo è un diverso parere, una riflessione e basta. Nessuna voglia di censura. Non sarebbe da lui.
Sanremo, Berlusconi: «Un festival contagiato da quel brutto vizio che è l’ideologia»
E così, tra polemiche e problematiche, sulla kermesse sanremese il leader di Forza Italia puntualizza: «Quest’anno ho avuto ben poco tempo per seguire il Festival di Sanremo. Mi dispiace però che, non da oggi, questo grande evento televisivo abbia cambiato pelle. Da manifestazione pensata per valorizzare le splendide canzoni italiane si è progressivamente trasformata in un evento dai connotati ideologici, nel quale non fa notizia la musica. Ma piuttosto una serie di provocazioni legate all’attualità. Tutte orientate in un modo che dispiace ad almeno la metà degli italiani». E l’Ariston si trasforma da ribalta della canzone italiana a terreno d’azione della macchina della propaganda sempre pronta a mettere in moto ingranaggi e leve finalizzati a indottrinare e rivendicare…
Berlusconi su Sanremo: il richiamo a correttezza e deontologia, disattese sul palco dell’Ariston
E così, nella disamina che il Cav propone nell’intervista a Il Giornale, il richiamo a correttezza e deontologia si mescolano al rammarico. Al dispiacere per un’occasione perduta. Naufragata, ancora una volta – e stavolta più platealmente e grossolanamente che mai – la chance di celebrare la musica. E di preservare la kermesse da quello che, sottolinea il quotidiano milanese, è «il brutto vizio che è l’ideologia». Un vizio che, a parere del leader azzurro, «ne ha cambiato lo spirito e ne ha abbassato la qualità». «Devo dire che nonostante alcuni interpreti fossero di ottimo livello – ha rimarcato Berlusconi – a questo ha corrisposto un declino della qualità media delle canzoni in gara. Naturalmente è doveroso che la televisione pubblica si occupi di attualità e di politica. Ma questo dovrebbe avvenire nelle sedi appropriate. Nel rispetto del pluralismo e del contraddittorio».
«Amadeus e Morandi nella condizione di dover avallare questa deformazione dello spirito e del significato di Sanremo»
Non solo. «Mi è dispiaciuto anche – ha poi proseguito Berlusconi parlando della deriva ideologica che ha contraddistinto questa edizione del Festival in particolare – vedere un ottimo conduttore come Amadeus. E un grande cantante come Gianni Morandi, nella condizione di dover avallare questa deformazione dello spirito e del significato di Sanremo. Questo, naturalmente, è ancora più grave alla vigilia di delicate elezioni regionali. Ovviamente – ha tenuto infine a puntualizzare Berlusconi – non invoco nessuna censura. Non l’ho mai fatto in vita mia. Ma questo uso del mezzo televisivo mi pare profondamente sbagliato». Sbagliato e oltraggioso nei confronti dello spettacolo. Della canzone italiana che dovrebbe omaggiare. E degli spettatori a cui, tra provocazioni trash e siparietti volgari, non sono state risparmiate sceneggiature e sceneggiate fin troppo forzate…