41-bis, così Cospito dettava la linea al boss della camorra: «Bisogna fargliela pagare»

7 Feb 2023 15:59 - di Michele Pezza
Cospito

Come volevasi dimostrare: i colloqui riferiti dall’onorevole Donzelli, «non sono stati oggetto di un’attività di intercettazione ma frutto di mera attività di vigilanza amministrativa». A certificarlo è un documento inviato dal ministero della Giustizia in risposta ai parlamentari che avevano fatto richiesta agli atti e che riporta stralci della scheda del Nic, il Nucleo investigativo centrale. Significa che il parlamentare di FdI non ha violato alcun segreto, «non ostando – spiega il documento – alcuna forma di restrizione (né in relazione a classifiche di segretezza né in relazione ai limiti di cui al decreto legislativo del 30 giugno 2003 n. 196) alla divulgazione del contenuto dell’atto». I colloqui in questione – scrivono al ministero – riguardano «le conversazioni tra Presta, Di Maio, Rampolla e Cospito».

Il ministro della Giustizia rende noti i colloqui tra i detenuti

Tutti reclusi al 41-bis nel carcere di Bancali, in provincia di Sassari. E tutti interessati all’abolizione o all’attenuazione del regime del carcere duro. Un obiettivo che vedono possibile grazie alla ondata di solidarietà sollevata dallo sciopero della fame dell’anarco-terrorista Cospito. Di tanto, almeno, sembra essere Di Maio, boss dei Casalesi nella sua precedente vita. Tanto è vero, annotano gli agenti, che «esortava il detenuto Cospito a continuare tale battaglia perché pezzetto dopo pezzetto si arriverà al risultato». E ancora: «Bisogna andare avanti. Questa miccia – aggiunge ridendo – non deve essere spenta, noi ti siamo solidali e nel caso anche noi faremo lo sciopero della fame». Anche Cospito è consapevole del «casino in tutta Italia».

I dialoghi tra Cospito e gli altri detenuti

«Me lo ha riferito il mio avvocato», confida all’interlocutore. E auspica la mobilitazione contro l’ergastolo ostativo. «Non deve essere una lotta solo per me. Per me, noi 41 bis siamo tutti uguali…», dice. Sembra una presa di distanza dai manifestanti. E forse lo è. «Molti detenuti – aggiunge infatti Cospito – hanno intrapreso lo sciopero della fame per solidarietà, ma non voglio che sia una lotta per me». Il da farsi lo ha chiaro in mente: «Bisogna creare conflitti, serve un movimento sociale progressista, bisogna cambiare la società tanto a livello politico non si fa nulla e il parlamento non serve». Cospito pronuncia queste parole mentre,  scortato dall’addetto alla vigilanza, va a colloquio con il proprio avvocato.

Il killer di ‘ndrangheta: «L’Europa può toglierci l’ergastolo ostativo»

Ma ha il tempo di rispondere al ‘ndranghetista Presta che lo aveva spronato «a mantenere sempre l’andamento» per «attirare l’attenzione» perché «non è più come negli anni ’80, la gente di adesso ha conosciuto il benessere». Cospito concorda. «Ormai un colpo di Stato non serve neanche più, bisogna proprio cambiare la società…», dice. Per poi parlare di sé: «Io sto male fisicamente, ma psicologicamente sono contento di quello che sto facendo, gliela faccio pagare, anche perché se nella situazione che sono mi succede qualcosa, questi qualcosa dovranno pur pagare. Fuori non si stanno muovendo solo gli anarchici, ma anche altre associazioni. Adesso vediamo che succede a Roma tra qualche giorno. In televisione non ne stano parlando ancora molto». L’ultima parola tocca a Presta, che conclude così la conversazione: «Sarebbe importante che la questione arrivasse a livello europeo e magari ci levassero l’ergastolo ostativo».

 

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