Cospito, La Russa: «Non sono gli anni ’70, ma i segnali sono gravi. Serve essere compatti»

6 Feb 2023 9:02 - di Federica Parbuoni
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Paragonare la situazione attuale agli anni ’70 è «azzardato», ma «ciò non vuol dire che siano meno gravi le cose che possono succedere». Dunque, «gli allarmi lanciati sono veri e giustificati» e Giorgia Meloni «ha fatto benissimo» a chiedere un abbassamento dei toni, a partire dai parlamentari FdI. «Le due sono parole dettate dal buon senso e dalla volontà di non danneggiare la Nazione». Ignazio La Russa fa il punto su quello che sta accadendo in Italia, tra allarme anarchici e polemiche politiche sul caso Cospito, mettendo in campo uno sforzo importante per cercare di riportare il confronto a termini di maggiore serenità, pur senza minimizzare il momento. Un tentativo nel quale il presidente del Senato fa un’apertura di credito anche agli stessi anarchici: «Sarebbe ingeneroso nei loro confronti pensare che vogliano andare verso una stagione di terrorismo».

La Russa: «Gli anni ’70 erano un’altra cosa, ma esistono rischi anche oggi. Dobbiamo essere compatti»

Intervistato dal Messaggero, La Russa ha spiegato non vedere «le stesse condizioni» degli anni 70, né dal punto di vista geopolitico né tanto meno da quello interno, «anche perché la lotta armata ha dimostrato di essere non solo un crimine, ma anche inconsistente nei risultati che voleva ottenere». Ciononostante esistono rischi e «lo Stato deve essere pronto in ogni caso a difendersi», ma «se saremo compatti – ha avvertito il presidente del Senato – non penso ci possano essere nuove derive verso un terrorismo tipo Brigate Rosse. Tuttavia, ripeto, ciò che sta accadendo è comunque molto grave, anche se c’è meno rischio che lo Stato perda. Credo che neppure i gruppi anarchici vogliano andare verso una stagione di terrorismo».

Il ruolo storico della destra contro il terrorismo politico

La Russa, quindi, ha ricordato come proprio la destra in Italia abbia avuto un ruolo centrale per fare argine contro la violenza politica, «il cordone che noi dirigenti di destra abbiamo fatto perché si evitasse che vi fossero simpatie per movimenti che andavano oltre la politica. Siamo stati un baluardo. Giorgio Almirante diceva: per il terrorista di sinistra una condanna a morte, per quello di destra due». Oggi «per terroristi e mafiosi c’è il 41 bis. Non gli si deve lasciare la possibilità di comunicare con l’esterno. Sono pericolosi. E questo è un punto su cui vorrei non fossimo divisi tra destra e sinistra», ha ricordato il presidente del Senato, richiamando anche «commentatori, giornalisti e opinione pubblica» alla responsabilità. «Sbagliano sempre quando provano ad alzare la tensione. Ad esempio – ha detto – sabato un giornalista ha definito Donzelli e Delmastro scherani della Meloni. Di questa affermazione, che è un’offesa anche per il Presidente del Consiglio, è stata sottovalutata la gravità. Così si agita il clima».

La Russa: «I dem da Cospito? Un’azione legittima, ma imprudente»

Poi, Francesco Malfetano, che firma l’intervista ha rivolto a La Russa una domanda diretta sulla visita dei dem a Cospito, in carcere: «Cosa ne pensa?». «È un episodio specifico e sono convinto che chi è andato in quel carcere non volesse aiutare la mafia. Ma a volte a me rimproverano di essere poco prudente. Diciamo che forse è stato imprudente in questa fase compiere un’azione di per sé assolutamente legittima di controllo sulle condizioni dei detenuti. Inevitabile che in questo contesto qualcuno a destra chieda “Cosa ci siete andati a fare”» da Cospito, ha risposto La Russa, ricordando di essere andato lui stesso a trovare i detenuti e, con un passato da avvocato penalista, di essere «molto sensibile al tema e infatti – ha spiegato – credo che lo rifarò». «L’ultima volta ci sono stato per Roberto Formigoni, ma mai invece per un terrorista di destra. Sarebbe stato – ha chiarito – inopportuno».

Il presidente del Senato: «Un errore accostare il Pd alla mafia»

«Personalmente sono convinto che sia un errore accostare il Pd alla mafia. Ricordo benissimo Pio Latorre e le battaglie che anche la sinistra ha fatto contro la mafia. Però voglio ripetere che non sono minori rispetto a quelle fatte dalla destra politica italiana, anche se troppo spesso qualcuno finge di non ricordarle. Con l’Msi fummo addirittura gli unici a votare simbolicamente per Paolo Borsellino, allora in vita, come presidente della Repubblica nel 1992», ha poi aggiunto il presidente del Senato, rivelando che nelle immagini di repertorio usate da Pif nel film La mafia uccide solo d’estate «io riconosco gli esponenti dell’Msi, uno per uno. In prima fila ad esempio c’era il deputato regionale Benito Paolone».

L’importanza della mediazione e del lavoro silenzioso

Insomma, il messaggio che passa dalle parole di La Russa, è ora di deporre le armi della contrapposizione esasperata e tornare a parlarsi con onestà, senza strumentalizzazioni, in maniera costruttiva. Un metodo che è ancora possibile utilizzare, come dimostra il caso della sua mediazione nel caso Pd-Balboni che si è verificato al Senato e che proprio lui ha risolto con la mediazione, «in silenzio, senza necessità di accendere riflettori sul mio intervento». «E il caso è rientrato», ha chiarito il presidente del Senato, riferendo che «ho fatto una moral suasion da cui sono scaturite due posizioni espresse da Balboni che assolutamente condivido. E cioè la prima che confermo, è che un eletto non può essere censurato per le sue opinioni, giuste o sbagliate che siano quando non trascendono i limiti del regolamento. La seconda però, che sottolineo, è che non si può accostare il Pd alla mafia».

Il suggerimento alla sinistra in quest’ultima settimana di campagna elettorale

Quanto alle polemiche sollevate intorno al “caso” Donzelli-Delmastro, La Russa ha ricordato che il ministro Nordio «il giorno dopo ha potuto affermare che non si trattava di informazioni segretate». «Da Presidente del Senato – ha aggiunto – non posso mettermi né nei panni di Donzelli né in quelli degli onorevoli della sinistra. Il mio dovere è abbassare i toni, come dice Meloni. I modi per farlo ci sono, in primis non mostrandoci divisi». Un proposito sul quale può incidere negativamente il clima da campagna elettorale? «Quando c’è campagna elettorale tutto può essere. Ma da uomo di partito quale ero prima delle elezioni, noto che tutti i tentativi di strumentalizzare atteggiamenti passati o presenti di FdI e dei suoi esponenti, si sono rivoltati contro chi li ha messi in campo. Non gli hanno portato bene».

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