Tre anni di Covid, la coppia cinese ricoverata allo Spallanzani: «Non dimentichiamo l’Italia»
Tre anni fa la coppia di turisti cinesi di Wuhan Xiangming Liu e Yamin Hu, in gita nel nostro Paese, veniva ricoverata all’Inmi Spallanzani di Roma. L’Italia toccava con mano la pandemia di Covid-19. Oggi Xiangming Liu e Yamin Hu hanno da tempo ricominciato la loro vita a Wuhan, ma tornano a parlare all’Adnkronos Salute grazie all’intermediazione della figlia Xiaochang Liu. «Siamo tornati a Wuhan e stiamo bene», raccontano dalla Cina travolta da un’ondata Covid importante.
Covid, la storia della coppia cinese
La notizia flash dei due coniugi cinesi della provincia di Wuhan positivi al nuovo coronavirus irrompe nelle case degli italiani il 29 gennaio 2020, quando furono soccorsi in un albergo del rione Monti al centro di Roma. Il marito appena ricoverato mostrava una polmonite interstiziale bilaterale, la moglie aveva all’inizio sintomi lievi, ma entrambi si sono aggravati in poco tempo. La coppia venne ricoverata e fu sottoposta a una terapia a base di antivirali combinati e antinfiammatori. Dopo quasi tre mesi, dopo aver fatto la riabilitazione tra marzo e aprile al San Filippo Neri, vengono dimessi il 21 aprile per tornare in Cina. «Ricordiamo con grande affetto le cure e l’assistenza ricevute in Italia», afferma la coppia.
Sul clima che oggi si vive in Cina rispetto all’emergenza Covid-19, «molti parenti si sono ammalati in quest’ultima ondata, ma tutti si sono ripresi», riferiscono i coniugi. Con la nuova politica sul Covid inaugurata dal governo cinese con la riapertura dei voli, c’è la possibilità di un ritorno in Italia? «E’ possibile», rispondono. Soprattutto perché Xiangming Liu, ingegnere, «è prossimo ai 70 anni e noi negli Stati Uniti vogliamo riabbracciarlo», afferma la figlia.
Covid, Vaia ricorda l’inizio dei tre anni di pandemia
Anche Francesco Vaia, direttore generale dell’Inmi Spallanzani di Roma, ricorda l’inizio dei tre anni di pandemia in Italia. «A fine mese – dice all’Adnkronos Salute – saranno trascorsi esattamente tre anni dal ricovero allo Spallanzani della coppia di pazienti cinesi, i primi due casi in Italia di quella che si iniziava allora a conoscere come una nuova, grave forma di polmonite. Una malattia virale acuta e spesso severa, dalla quale questi due pazienti guarirono dopo un lungo ricovero, anche in terapia intensiva. Oggi, dopo oltre 600 milioni di casi e quasi 7 milioni di morti nell’intero pianeta, siamo di fronte ad un quadro del tutto diverso. Per questo non possiamo più tornare indietro».
«L’infezione è diventata nella maggioranza dei casi asintomatica»
Vaia spiega che «l’infezione da Sars-CoV-2 è diventata, nella maggioranza dei casi, asintomatica o accompagnata da sintomi lievi, che interessano prevalentemente le prime vie aeree. La malattia raramente evolve verso la polmonite grave e sempre di più sta diventando, nelle forme complicate, una malattia delle persone immunodepresse o con altre gravi malattie croniche. E ciò è avvenuto soprattutto grazie alla immunità ibrida determinata dai vaccini e dalle infezioni naturali, oltre alle nuove terapie antivirali. Potremmo dire, in definitiva, che Covid-19 non esiste più ed è stata sostituita da Covid-23».