Scarpinato “vede” l’ergastolo ostativo a rischio. FdI: “Si sbaglia. Se sa qualcosa, parli”

23 Gen 2023 14:00 - di Elsa Corsini

Ergastolo ostativo a rischio? Lo sostiene il senatore grillino Roberto Scarpinato, già procuratore generale di Palermo. Lo stesso che un mese fa propose polemicamente qualche “ritocco” al primo decreto del governo Meloni, approvato lo scorso 31 ottobre alla Camera. Un provvedimento (la conferma dell’ergastolo ostativo per chi non collabora con la giustizia) oggi di stretta attualità, all’indomani della cattura di Matteo Messina Denaro.

Scarpinato: dopo l’arresto di Messina, ergastolo ostativo a rischio

“Gli ergastolani per mafia o terrorismo che chiedono di accedere alla libertà condizionata dovranno prima spiegare ai magistrati le ragioni per cui la richiedono. Senza voler collaborare con la giustizia”. Questo in sintesi l’idea di Scarpinato. Che oggi, intervistato da Repubblica, sostiene che se passa l’idea che con l’arresto di Matteo Messina Denaro la mafia sia stata sconfitta, la legislazione antimafia è a rischio. Parole sibilline e preoccupanti. “Sarebbe un errore straordinario. Le aristocrazie mafiose sono una componente del sistema di potere occulto italiano. Che quando è necessario usa la violenza, altrimenti si avvale di altri strumenti, come la corruzione. Oggi non serve sparare”, aggiunge. La mafia è stata cancellata dall’agenda politica, insiste polemico il grillino ex procuratore generale. “Dopo la riforma dell’ergastolo ostativo, che oggi consente l’uscita dal carcere anche a coloro che si rifiutano di collaborare, adesso manca solo l’ultimo step. Abolire il 41 bis che a tutt’oggi impedisce ai boss stragisti di usufruire della riforma”.

Fratelli d’Italia: stia tranquillo il governo Meloni usa i tratti di penna per combattere la mafia

Immediata la replica del partito guidato dal premier. “Leggo, incredulo, che Scarpinato ipotizza che qualcuno voglia, con un tratto di penna, abolire l’ergastolo ostativo”. È il commento duro di Andrea Delmastro, sottosegretario alla Giustizia di Fratelli d’Italia. “Il governo Meloni ha salvato l’ergastolo ostativo in pochi giorni di governo. Sanando l’inerzia dei vari governi a maggioranza grillina. Scarpinato, uomo che con un tratto di penna rottamò l’inchiesta mafia appalti portata avanti da Falcone e Borsellino, stia tranquillo”, prosegue Delmastro. “Giorgia Meloni i tratti di penna, come per l’ergastolo ostativo, li usa per contrastare la mafia. E non per altro. Se Scarpinato ha sentore che qualcuno voglia cancellare l’ergastolo ostativo faccia i nomi. Senza usare la medesima e indigesta grammatica allusiva del pentitismo italiano”.

Le differenze tra il 4 bis e il carcere duro

È bene ricordare che il cosiddetto ergastolo ostativo (4 bis) è ben altra co0sa dal carcere duro, previsto dal 41 bis. Il primo riguarda ergastolani speciali, soggetti a una norma emergenziale. Per loro le celle non si apriranno mai se si rifiutano di parlare e collaborare. O non dimostrano di aver tagliato nettamente i legami con gli ambienti criminali di cui facevano parte. Scatta cioè quando rifiutano di collaborare con lo Stato. È successo per Raffaele Cutolo, Totò Riina, Bernardo Provenzano, Nino Santapaola. Ma anche a molti mafiosi meno popolari. Il cosiddetto ‘carcere duro’, invece,  non riguarda solo i detenuti condannati all’ergastolo. Entrambi sono figli dell’emergenza mafiosa e stragista del 1992. Il governo Meloni ha voluto lanciare un messaggio chiaro stringendo nuovamente le maglie e confermando l’ergastolo ostativo in scadenza.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *