Neonato morto a Roma, la Procura indaga per omicidio colposo. Sarà determinante l’autopsia

23 Gen 2023 18:36 - di Agnese Russo
neonato morto

Si conosceranno fra 60 giorni i risultati dell’autopsia sul corpo del neonato morto all’ospedale Pertini a Roma nella notte tra il 7 e l’8 gennaio scorsi. Secondo le prime ipotesi, il bimbo sarebbe morto schiacciato dalla madre che si era addormentata durante l’allattamento, ma non è esclusa neanche la possibilità che si tratti di un caso di morte in culla. La Procura di Roma ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, al momento contro ignoti. Gli inquirenti hanno acquisito anche la cartella clinica della donna e altri documenti e sono al lavoro per cercare di chiarire cosa sia accaduto, anche attraverso le testimonianze. Il ministero della Salute, inoltre, ha chiesto una relazione dettagliata alla Regione Lazio.

Il neonatologo sul caso del neonato morto a Roma: «È una tragedia, solo l’autopsia potrà fare chiarezza»

«È una tragedia e il fatto di aver trovato il piccolo con la madre addormentata fa pensare alla posizione asfissiante, ma va dimostrato», ha avvertito il direttore dell’Unità operativa complessa di Pediatria, neonatologia e terapia intensiva neonatale (Tin) del Fatebenefratelli – Isola Tiberina di Roma, Luigi Orfeo. Parlando con l’agenzia di stampa Adnkronos, il medico ha sottolineato che allo stato attuale delle conoscenze non si può escludere un «collasso post neonatale, improvviso e inaspettato (Supc)». «È raro ( 0,5 su 10mila casi, ndr), ma accade ancora. La maggior parte degli eventi si verifica nelle prime ore di vita». Per il medico, quindi, il soffocamento per la posizione sbagliata «è soltanto una delle tante possibili. Solo l’autopsia potrà chiarire».

L’appello dei medici a non condannare il rooming-in

Orfeo, quindi, ha avvertito che «bisogna lavorare a livello di informazione». Le neomamme, ha aggiunto, devono poter essere «preparate a una gestione autonoma dei piccoli già nella prima giornata di vita». Orfeo, poi, come il collega ginecologo Enrico Ferrazzi, direttore Ostetricia della Clinica Mangiagalli-Policlinico di Milano, ha invitato a non condannare il rooming-in, considerandolo uno strumento prezioso per promuovere l’allattamento al seno e per il rapporto madre-figlio.

I consigli dei pediatri dopo il caso del neonato morto a Roma

Cinque consigli per le neomamme e i neopapà, anche in un’ottica di prevenzione, sono arrivati poi dalla Sip, la Società italiana di pediatria, dopo il caso del neonato morto a Roma. Al primo punto i pediatri pongono l’assoluta opportunità del contatto pelle a pelle nelle prime due ore dopo il parto, una pratica che «permette di stabilizzare l’attività cardio-respiratoria del neonato, regolare la sua temperatura corporea, favorire un normale valore di glicemia ed avviare al meglio l’allattamento al seno». «In queste 2 ore bocca e naso del neonato devono essere sempre visibili dalla mamma per evitare che la respirazione non sia ostruita dalle sue mammelle. Il bambino va quindi osservato: è importante che lo faccia la mamma o un caregiver, che spesso è il papà, e il personale sanitario», ha spiegato Guglielmo Salvatori, responsabile del Tavolo allattamento al seno della Sip.

Non avere paura dell’allattamento

Il secondo consiglio dei pediatri è quello di concentrarsi sulla nascita e sul bambino. «Vi sono mamme che spesso mandano messaggi sul cellulare dopo il parto – rimarca Salvatori -. Si è calcolato che ne inviano circa 30 nelle due ore successive al lieto evento: vi è un aspetto di condivisione sociale che è molto bello, ma è importante anche non lasciarsi distrarre e vivere a pieno e “dal vivo” il momento della nascita del proprio bambino». Il terzo è quello di favorire il rooming in, perché permette di rafforzare il legame tra mamma e bambino e di incentivare l’allattamento al seno. È più sicuro che il bimbo dorma nella culletta invece che nel letto della mamma, evitando comunque materassi o cuscini molto morbidi. Inoltre, va sempre decisamente raccomandato che il bimbo dorma a pancia in su, supino.

E neanche di chiedere aiuto

Ciononostante, è il quarto consiglio, non si deve aver timore di chiedere che il neonato venga portato nella nursery se si ha bisogno di riposare. Infine, i pediatri esortano a non aver paura in generale di ciò che può accadere mentre durante l’allattamento, per il quale, anche nelle ore immediatamente successive al parto, non esiste una posizione ideale. Molte donne, ricordano i pediatri, allattano sedute o semi sedute, con la schiena e le gambe sostenute. Vi è anche un’altra possibilità, «biological nurturing», in cui la mamma è in posizione con la schiena semi reclinata, sostenuta attraverso l’utilizzo di più cuscini, e con il bimbo sopra di lei. «Occorre in tutti i casi – avverte la Sip – essere vigili sul fatto che il piccolo respiri bene e abbia un buon colorito».

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