Morte del cardinale Pell: la Chiesa australiana ricorda la condanna ingiusta e il suo coraggio

11 Gen 2023 11:20 - di Fabio Marinangeli
cardinale pell

Cordoglio della Chiesa australiana per la morte del cardinale Georg Pell, scomparso ieri a 81 anni in seguito ad alcune complicazioni dopo una operazione all’anca. «È stato un leader della Chiesa significativo e influente, sia in Australia che a livello internazionale, profondamente impegnato nel suo essere discepolo di Cristo», scrive l’arcivescovo di Melbourne, mons. Peter Comensoli, nel ricordare che il cardinale ha guidato la Chiesa locale di Melbourne dal 1996 al 2001 con «una forte leadership e un buon governo, prima di essere trasferito a Sydney e poi a Roma».

Il cardinale Pell morto per complicazioni cardiache

«È con grande tristezza – scrive Comensoli – che ho appreso che il cardinale Pell, settimo arcivescovo di Melbourne, è morto durante la notte per complicazioni cardiache dopo un intervento chirurgico all’anca a Roma, in Italia». L’arcivescovo Anthony Fisher ricorda, in una nota, che «il motto episcopale del cardinale Pell era “Non aver paura”. E, nei giorni buoni e cattivi, ha tenuto fede a queste parole come un uomo coraggioso e con un cuore grande, che ha confidato sempre nella divina provvidenza».

Fisher e l’incontro ai funerali di Benedetto XVI

Fisher racconta di essere stato a Roma la scorsa settimana per i funerali di Papa Benedetto XVI. «Il cardinale e io non sapevamo che sarebbe stata l’ultima volta che ci saremmo visti in questa vita. Ma era di buon umore e con l’animo sempre spiritoso. Sono grato di aver potuto condividere questo momento insieme». L’arcivescovo ricorda il lavoro del cardinale Pell per la Giornata mondiale della gioventù del 2008 a Sydney; i suoi libri e la regolare attività di editorialista di giornali, «docente e studioso a pieno titolo».

«Sosteneva fermamente la sua innocenza»

Ha servito la Chiesa e il suo lavoro «è stato estremamente importante. I suoi ultimi anni sono stati segnati dall’ingiusta condanna e dalla carcerazione. Ma egli l’ha sopportata con grazia e buona volontà. Ha dato a tutti noi un esempio di come accettare la sofferenza con dignità e pace. Le sue parole di riconciliazione con i suoi detrattori e la preoccupazione per i sopravvissuti aumentarono in autenticità mentre sosteneva fermamente e con successo la sua innocenza. Sarà ricordato come un leader coraggioso che ha ispirato tanti sacerdoti e fedeli laici in tutto il mondo ad annunciare Cristo crocifisso, risorto e con noi ancora». Venne accusato di abusi sessuali su due chierichetti. Nel 2018 la condanna da parte della corte distrettuale dello Stato del Victoria, a sei anni di reclusione. Nel 2020 il proscioglimento e il rilascio immediato.

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