L’assurdo caso di Daniele Pelliciardi: «Devo pagare le tasse all’uomo che ha massacrato i miei genitori»

4 Gen 2023 12:06 - di Milena Desanctis
Daniele Pelliciardi

Un caso assurdo. L’Agenzia delle Entrate insegue il figlio di una coppia uccisa dai rapinatori in provincia di Treviso. «Pretende le spese legali non versate dal killer condannato all’ergastolo e dal ministero dell’Economia». Daniele Pelliciardi, ex guardia giurata in turno quella notte e figlio dei coniugi massacrati, racconta il caso in un’intervista a La Verità. A Gorgo al Monticano, in provincia di Treviso, nella notte del 20 agosto 2007 Guido Pelliciardi e Lucia Comin vennero seviziati, massacrati e torturati per ore e poi uccisi. Si trovavano all’interno della dependance in una villa dove facevano i custodi. Lui aveva 67 anni e lei 61. Per il delitto, come ricorda il quotidiano, vennero condannati a 18 anni il basista, Alin George Bogdaneanu; a 30 anni l’istigatore, Naim Stafa, con precedenti per rapina, droga e armi, e l’esecutore Artur Lleshi, poi suicidatosi in carcere, già condannato per violenza sessuale e uscito dal carcere l’anno prima grazie all’indulto.

Coniugi massacrati, il racconto di Daniele Pelliciardi

«Era un lunedì notte. Io l’ho saputo subito perché ero in centrale operativa, ho preso io la telefonata. Quella sera c’era il temporale e sono scattati parecchi allarmi. La guardia, facendo il controllo sul retro della villa, ha notato la porta aperta e mi ha avvisato. Mi ha chiamato, gli ho detto: “Vai dentro”. Lui in diretta al telefono mi diceva che era tutto a soqquadro. Poi arrivato in camera ha puntato la pila sul letto e ha visto sangue dappertutto. Ho chiamato io il 112 e il 118. Sono corso subito ma non mi hanno fatto entrare. Sono stato interrogato anch’io sebbene fossi in centrale. Anche mia moglie. Si è sentita dire: “Hai ucciso tu tua suocera?”». I suoi figli avevano nove e undici. Come glielo ha detto? «La notte stessa, hanno vissuto tutto in prima persona. Sono cresciuti più in fretta rispetto ad altri, mia figlia ha avuto parecchi problemi».

«Il risarcimento esiste solo sulla carta»

Avete avuto un risarcimento? «Ma quale risarcimento… Il risarcimento di un milione di euro stabilito dai giudici esiste solo sulla carta. L’Italia è l’unica a non avere un fondo per questi reati». E amaramente dice: «Lo Stato? Mi sta ancora mandando le cartelle delle tasse da pagare. Quando c’è stato il ricorso che il mio avvocato fece contro il ministero dell’Economia, la sentenza doveva essere depositata e il deposito ha un costo. Chi perde paga, il romeno non aveva niente. Doveva pagare il ministero, che non ha pagato e ora l’agenzia si rivale su di me». E continua: «Ho le cartelle a casa». Che ricorso era? «Quello che ha preso l’ergastolo doveva incassare 111.000 euro di risarcimento per ingiusta detenzione».

Daniele Pelliciardi: «Nel 2018 abbiamo fatto causa al ministero»

In sostanza, racconta ancora, «Stafa, prima del delitto dei miei genitori, era stato incarcerato con un altro nome. Aveva dato un nome falso. Il suo avvocato era riuscito a fargli avere questi soldi che il mio legale ha bloccato. Noi nel 2018 abbiamo fatto causa al ministero, vincendo, e questa somma è servita per pagare le spese legali». E a quanto ammontano le cartelle? «L’anno scorso 1500 euro. L’ultima, un mese fa, di più, perché c’è la mora. Ora se non si decidono a pagare devo farlo io, per poi fare causa per riavere indietro i soldi».

 

 

 

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